Una squadra di poliziotti armati fino ai denti fa irruzione in una casa, all’alba, e preleva un tredicenne dall’aria innocente e spaurita. Questo è l’inizio di Adolescence, la serie tv di Netflix che sta facendo parlare e discutere perché apre una spaventosa finestra sul disagio dei ragazzi.
La miniserie inglese in quattro puntate parte da un fittizio evento di cronaca – un ragazzino che pugnala a morte una compagna di scuola, senza apparente motivo – per parlare invece di un reale problema, citato anche (ma senza grandi spiegazioni) proprio nel corso delle prime puntate. Il tema è quello degli INCEL, sigla che sta per celibi involontari, che riunisce uomini estremamente aggressivi nei confronti delle donne perché si sentono da loro rifiutati.

Dietro gli Intel c’è la teoria a teoria dell’80-20, secondo la quale l’80% delle donne è attratta soltanto dal 20% degli uomini, mentre il restante o vengono respinti o sono costretti a fingersi diversi da come sono per trovare una compagna e, soprattutto, avere una vita sessuale. Ma c’è anche la denuncia di un uso eccessivo e deviato dei mezzi di comunicazione fra giovani: messaggi apparentemente innocui su Instagram che diventano oscure minacce; sottotraccia il bullismo via internet, i problemi di comunicazione fra generazioni, padri e figli.







