SUPERNONNA

Premessa

C’era una volta una nonnina… crocchia di capelli bianchi bassa sul collo, occhialetti scesi sul naso, sorriso eterno come il grembiule stretto in vita sull’abito rigorosamente nero. Ve la ricordate? Beh, dimenticatela subito! Le nuove nonne sono sexy, impertinenti, impegnatissime, spiritose o matriarcali, giunoniche o elegantemente sottili: ma, rigorosamente, fuori dagli schemi. Guardatevi in giro: sono sempre più le donne attive e allegre anche in quell’età che ci rappresentava, immancabilmente, come le indifese nonnine di Cappuccetto rosso. Ma persino su What’sapp alla scritta “nonna” corrisponde ancora la faccina con i capelli candidi e la crocchia… urge emoticon aggiornato ai tempi! E la scienza condivide: la Japan Geriatrics Society  ha coniato il termine pre-anziano per chi ha tra i 65 e i 75 anni. Si diventa “vecchi” solo a 75 e lo si è fino agli 89: dopo di che si diventa super-vecchi. Perché, ed è dimostrato scientificamente, prima dei 75 anni uomini e donne sono indipendenti, pieni di interessi e passioni.

Insomma, un avviso al lupo di Cappucetto rosso: se incontra una nonnina, stia bene all’erta!

 

 

Diario di una supernonna (ovvero Le mie prigioni) capitolo 1

E un bel giorno vostro figlio (o, peggio, vostra figlia) vi annunciano di aspettare un bambino. Che fare? Beh, tranquille, niente di particolare. Salvo organizzare l’immediato trasferimento in un Paese straniero. Il più lontano possibile. L’ideale è gli antipodi. Australia e Nuova Zelanda vanno benissimo. Dagli Stati Uniti dopo Trump se ne va un sacco di gente, per cui dovrebbe essere facile trovare qualcosa anche lì. Ma, attente, non a New York! Sono troppo poche le ore di volo che vi separerebbero da quel frugolino di tre chili e qualche etto che, di lì a pochi mesi sconvolgerà la vostra vita. Perché nelle tante incertezze di una esistenza, una cosa è certa: se lo vedrete, quando lo vedrete, il nipotino, intendo, siete fregati. Massivi danni cerebrali impediranno qualsiasi valutazione lucida, uno strillo vi allarmerà peggio della sirena dei bombardamenti aerei (anche perché è più o meno sullo stesso livello come decibel) e un suo “ghè” vi scioglierà più della vista di un monte bianco, inteso come dolce. Ed è fatta. Per voi non c’è più salvezza possibile.

INTERMEZZO

I cinque comandamenti dei nonni

1) Non avrai altra nonna all’infuori di me
Diventare nonni significa diventare immediatamente gelosi. Di chi? Ma degli altri nonni, ovviamente, i vostri principali competitor nell’affetto del piccolino (o della piccolina) che ha già conquistato il vostro cuore. E non serve a niente che raccontiate da sempre che l’amore non si divide, ma si moltiplica: la nonna preferita dovete essere VOI. Non c’è storia, non c’è gara.

 

Diario di una supernonna (ovvero Le mie prigioni) capitolo 2

La gravidanza dura nove mesi ma, di solito, ai bei tempi andati, veniva annunciata dopo il terzo. Per sicurezza, per pudore, per disattenzione… chissà. Seguivano sei mesi di attesa. Oggi no. Oggi dura esattamente nove lunghissimi mesi. Perché la notizia viene comunicata asap, as soon as possible, come un invito da segnare in agenda, appena possibile, quasi fosse una risposta alla mail: e l’annuncio, grazie alle nuove tecnologie, viene dato più o meno il giorno dopo l’avvenuta fecondazione dell’uovo. E poi, qualche settimana dopo, quando ancora non avete digerito del tutto la notizia, a sorpresa, vostro figlia/figlio, nemmeno fossero le buste di Mike Bongiorno alla domanda finale di Rischiatutto, vi chiede: Uno, due o tre? Due o tre cosa? Ma nipotini, ovviamente! Il tre è messo lì solo per farvi accettare come una buona notizia il due. Che significa, in ogni caso, il doppio di preoccupazione. E facendo di nome Elena Ansia Mora coniugata Sensodicolpa, sono una vera professionista della preoccupazione. In una situazione in cui, va detto, anche una dilettante saprebbe fare bene. Come due? DUE???? Ok, digeriamo anche questa notizia e andiamo avanti. Una volta superati i mesi di gravidanza, il più è fatto. No? No.

INTERMEZZO

2) Non nominare il papà e la mamma invano
Ma ci avete fatto caso che senza i genitori i bambini, grandi, piccoli o piccolissimi, sono più bravi? Non si sa per quale allineamento dei pianeti nell’esatto momento in cui un genitore – qualunque – si materializza fra nonni e nipoti, cominciano i guai, i capricci, le storie. Mitica la prima volta in cui i gemelli si sono fermati a dormire senza mamma e papà che, scriteriati, il giorno dopo non hanno tenuto conto del traffico e sono arrivati molto più tardi rispetto all’orario preventivato. “Tesorini”, abbiamo detto titubanti, “mamma e papà arrivano un po’ più tardi…”. “Allora possiamo dormire qui anche questa notte?” hanno risposto continuando a giocare. Queste sì che son soddisfazioni!

 

Diario di una supernonna (ovvero Le mie prigioni) capitolo 3

Non si sa bene come, si arriva stremati al settimo mese. Ma una bella mattina di sole, dopo aver fatto gli esami del sangue (la gravida, non io) e aver comprato al mercato il merluzzo fritto per pranzo (c’è un banchetto al mercato che fa il merluzzo in pastella più buono del mondo), mentre siamo in strada per andare al lago, arriva una telefonata vagamente allarmante. Se possible, dice il laboratorio, contattare subito il proprio medico. Vabbè che sarà mai, si pensa, mentre un sottile senso di panico comincia a correre lungo la schiena. Chiamiamo un amico medico che, con fare finto tranquillizzante, dice di contattare subito l’ospedale a Milano. Chiamiamo l’ospedale a Milano che dice di andare subito. E lo dice con quel tono finto tranquillizzante che significa “precipitatevi qui!”. Chiamiamo il quasi neopadre dicendogli di tornare subito. Il quale, da bravo ingegnere, chiede spiegazioni. Ma quando una moglie incinta di due gemelli al settimo mese di gravidanza ti dice “Amore puoi tornare subito?” significa che bisogna tornare SUBITO!. Senza chiedere spiegazioni…

INTERMEZZO

3) Ricordati di santificare le feste coi nonni
Noi siamo i nonni della domenica, del week end, dell’estate. Cosa che, indubitabilmente, ci permette di godere della loro compagnia senza sfinirci nell’accudimento (curare un bambino piccolo, diciamolo, è faticoso!). Arma a doppio taglio, però: perché diventa difficile progettare we senza di loro, la mancanza si fa viva, ma anche difficile organizzare una vita sociale con gli amici proprio quando sono liberi. Due bambini a tavola, se piccoli, sono una esperienza estrema…

 

Diario di una supernonna (ovvero Le mie prigioni) capitolo 4

Così si arriva a Milano, alla clinica dove è già stato fatto il prericovero. La gravida sale subito in reparto mentre la madre della gravida (io) si occupa delle scartoffie. Vi ricordate che ci siamo precipitati qui, io, mia figlia incinta di due gemelli e mio genero, perché l’ospedale dove erano state fatte le analisi aveva detto di darci una mossa (in maniera più professionale, d’accordo, ma il senso era quello…)? Bene. Io arrivo con tutte I miei incartamenti – in realtà quelli di mia figlia – e la gentile, troppo troppo gentile impiegata della accettazione subito mi sorride dicendo “ah sono arrivati I gemelli! Tranquilla i pediatri sono già andati a pranzo presto, così saranno tutti pronti dopo il cesareo”. Già il fatto che lei sappia dei gemelli, dei pediatri e del loro pranzo non mi lascia tranquilla per niente. In fin dei conti sono due gemelli, mica due marziani, no? Ma devo correre in reparto a portare le ricevute, quindi mi devo concentrare su come arrivarci. Come dice il compagno della mia vita, io ho un grande senso del disorientamento per cui non mi è facile trovare mai niente. Arrivo nella sala d’attesa in tempo per essere intercettata dal primario che mi poggia una mano sulla spalla dicendomi “Tranquilla, signora, non c’è niente di cui preoccuparsi”. Ed è lì che capisco, da quella mano sulla spalla, che devo preoccuparmi. Anche parecchio.

INTERMEZZO

Rubo a internet (chiunque tu sia sei un genio!)
BIP Non siamo in casa! Risponde la segreteria telefonica di nonno&nonna
Se sei nostra figlia, digita 1
Se vuoi che teniamo i nipotini digita 2
Se ti serve l’auto digita 3
Se ti serve servizio di lavanderia digita 4
Se vuoi lasciare i bambini a dormire digita 5
Se vuoi che andiamo a ritirare i bambini a scuola digita 6
Se vuoi le lasagne pronte digita 7
Se vuoi venire da noi al lago digita 8
Se c’è una emergenza cibo per cena digita 9
Se ti servono soldi digita #0
Se volete invitarci a cena fuori siamo in casa e stiamo ascoltando, parlate pure

 

Diario di una supernonna (ovvero Le mie prigioni) capitolo 5

Ok, risparmio i dettagli anche perché non vorrei mai che una partoriente – o una mamma di – leggesse. Il lieto fine, come potrete immaginare dal tono del racconto che avete letto sin qui, c’è stato. Non prima di quei lunghissimi minuti in cui la vita può cambiare e, di fatto, cambia. La sola idea di avere rischiato di perdere una persona cara cambia priorità, umore e atteggiamento generale. Da quel mattino per me splende sempre il sole, anche se diluvia o la mia Milano è avvolta nella nebbia. Certo, mi arrabbio. Certo, ho i malumori. Ma subito mi riporto alle basi. Le persone che amo stanno bene. Ho riserve infinite di ansia ma riservo il buio a incidenti mortali e malattie inguaribili. Tutto il resto è benvenuto e benedetto. Così come quei due ranocchietti, poco più grandi di un tacchino, entrati prepotentemente nella nostra vita. Due esserini con un loro temperamento, due gemelli diversi come ogni singolo giorno, da lì a oggi, ha dimostrato. Lei urlante, lui tranquillo. Lei che praticamente si butta fuori dal taglio del cesareo, lui estratto con calma. Tanto che Anna – la gemella impaziente – viene sempre definita, con suo grande orgoglio, la maggiore. Maggiore di due minuti, ma questo non conta. Lui con un ditino storto come la mamma e il nonno, lei no. Lui che la cerca, quando li mettono a dormire nella stessa cullina, lei con la faccia di una che dice “ma dove eri finito?”. Nove mesi – pardon, sette – insieme, a cullarsi nello stesso liquido amniotico, poi improvvisamente, bum!, fuori. La neomamma sta meglio, possiamo tutti rilassarci. In attesa di portarli a casa, momento che sarà il culmine della nostra felicità. Certo, come no…

(segue…)