Di lei, Kate, si è detto tutto: che è una arrampicatrice sociale, che è una mogliettina qualunque, che è elegante, che è banale, che non parla mai… l’unica cosa che, davvero, non si può dire di Kate, la moglie dell’erede al trono di Inghilterra, è che parli troppo. Le sue battute, spesso non indimenticabili, non superano il numero degli anni, 14, di matrimonio con l’amatissimo William: mai una sbavatura, un solo errore di comunicazione, ma in un periodo durissimo, in quel ginepraio che, come ha imparato a sue spese la maldestra Meghan, è la corte inglese.
Luisa Ciuni la racconta in Kate la commoner (Cairo editore): e mi spiace persino un po’ dirlo, visto che questa volta la mia compagna di avventure editoriali non mi ha coinvolto nel suo progetto, ma è un libro davvero interessante. Non si limita a raccontare come sia nata la relazione con William, ma analizza i motivi profondi che sostengono quella che è decisamente una storia d’amore ma che dopo tre figli, infiniti impegni sociali e una tragedia sfiorata di recente, è diventata anche una storia di coraggio, resilienza, costruzione di sè.
La Ciuni traccia il profilo di una ragazza bella, intelligente e determinata, che è stata catapultata in un mondo che il regno più longevo della storia inglese aveva in qualche modo cristallizzato quasi fosse il bosco della bella addormentata. E come nella favola, è arrivato il principe e la sua sposa decisamente sveglia: ora il compito che lei e William si sono proposti è quello di modernizzare la corona non appena (e probabilmente non manca molto) l’erede salirà al trono succedendo al padre, re Carlo.
Lo hanno fatto e lo stanno facendo, spiega la autrice, a piccoli passi fino a che la tragedia che li ha colpiti li ha portati a cambiare il modo, il tono e il contenuto delle loro comunicazioni.
Luisa analizza fra l’altro il video estremamente toccante che Kate ha diffuso poco dopo la fine della chemioterapia: un filmato intimo in cui confessava la sfida affrontata, mostrava lei e il marito in atteggiamenti affettuosi mai visti a corte prima, spiegava come il cancro avesse cambiato la sua vita, la sua prospettiva, l’ordine delle priorità. Il tutto accompagnato da immagini di lei, William e i bambini immersi nella natura di un bosco, fra le luci e le ombre che aveva dovuto affrontare negli ultimi mesi la sua giovane famiglia. Ma racconta anche delle difficoltà nel rapporto con Harry e Meghan, prima e dopo la clamorosa Megxit e la fuga di fatto del cognato con la moglie e il primogenito prima in Canada e poi negli Satti Uniti.
Delle ostilità prima sottili e sottintese poi clamorose – almeno a quanto raccontato anche da Harry nella sua clamorosa autobiografia Spare: e di come Kate, ormai chiamata con rigore reale Catherine, sia uscita fortificata e rinfrescata da un confronto che per un breve periodo la aveva vista offuscata rispetto alla cognata attrice sempre int cerca dei riflettori, incapace di comprendere le logiche e le regole del mondo da cui, infatti, è fuggita.
Insomma, proprio nel momento in cui la tempesta di nuovo si abbatte sulla corte, con la rinuncia ai titoli dello zio Andrea alla vigilia di nuove, orripilanti dichiarazioni di una delle vittime del pedofilo Epstein, mentre continuano a emergere accuse nei confronti di quello che era considerato (e probabilmente era) il figlio preferito della regina Elisabetta, i riflettori sono più che mai puntati sulla coppia che dovrebbe garantire il futuro della monarchia inglese. Coppia di cui Kate, o Catherine come la volete chiamare, è per certo una colonna di estremo sostegno.
Kate la commoner
di Luisa Ciuni
Cairo editore
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