vogliamo parlare dei look da quarantena?

Tecnicamente, la quarantena dovrebbe durare quaranta giorni: ne avevano annunciati quindici, ne sono passati trenta. Anzi, trentuno per la precisione. Non per essere pignoli, ma ora stanno parlando di maggio, ma forse anche giugno… non che una abbia intenzione di uscire e mostrarsi prima che aprano parrucchieri ed estetiste: potremmo anche non riconoscerci! Io, in effetti, se guardo alle foto di poco tempo fa, qualche differenza la vedo…Tre mesi fa partivo per Dallas, per assistere al matrimonio di cui vi ho già parlato a lungo. Un viaggio nel tempo e nello spazio, ma soprattutto in un mondo che è al di là di quello che normalmente frequento, di ricchezza ed eleganza spettacolari, cultura e tradizioni e cucina del tutto nuove. Il mio vestito lungo di Chiara Boni, che a Milano mi era parso esagerato, era appena appena giusto per la limousine, le mise delle altre ospiti, il contesto generale. E ora, da un mese sono in leggings (due) e magliette (due) e pile (due). Ma da qualche giorno è scoppiato un caldo estivo, per cui ho dato fondo ai rimasugli dei cassetti della casa del lago dove siamo confinati: il risultato è la foto a destra, in cui sfoggio un paio di Scholls vintage edizione 2009, piuttosto vissuti, leggings a coprire peli con cui potrei fare le treccine (non so per quale motivo il mio silkepil non è qui ma a casa di mia figlia, quindi irreperibile), un abitino Desigual che ha visto tempi migliori, la immancabile felpa che avevo preso con me per il week end (ma perché ho preso la più brutta e vecchia che avevo?) e un cappellino acquistato per 10 euro al porto di Napoli ai primi del 2000 a coprire il carciofo informe di capelli ormai color topo. Che ne dite del risultato?