Ve la ricordate la idrolitina?

Oggi è morto il cavalier Gazzoni. Se avete meno di sessant’anni sicuramente questa notizia e questo nome non vi diranno niente. Ma se ne avete di più, beh, la idrolitina del Cavalier Gazzoni farà tornare alla memoria indimenticabili Caroselli. Diceva l’oste al vino “tu mi diventi vecchio, ti voglio maritare con l’acqua del mio secchio”. Rispose il vino all’oste: “Fai le pubblicazioni, sposo l’Idrolitina del cavalier Gazzoni!”
Pare fosse parto della fantasia del poeta Luciano Folgore la filastrocca sulla scatola dell’Idrolitina, la miscela di polverine, in due bustine di diverso colore, azzurro e rosso, che magicamente trasformavano l’acqua del rubinetto in acqua frizzante dal vago sapore di acqua minerale. La preparazione non era semplicissima: serviva una bottiglia con il tappo a chiusura ermetica, con una leva metallica e una guarnizione di plastica, ben piena d’acqua ma non troppo colma, in cui veniva versata la prima bustina e poi, con grande perizia, la seconda che provocava istantaneamente nel liquido un breve terremoto. Bisognava quindi chiudere in fretta il tappo, prima che la schiuma tracimasse dal collo della bottiglia, e scuoterla un paio di volte fino a quando ritrovava la sua limpidezza. Erano guai seri se la bottiglia non veniva chiusa bene, perché gli effetti erano davvero speciali, con gran spreco di acqua e soprattutto, della preziosa ed esplosiva miscela. La Idrolitina, piccolo e festoso lusso domestico, seguì il progresso (o regresso?) dell’acqua, pubblicizzandosi in meravigliosi spot del mitico Carosello anche come rimedio al sapore di cloro dell’acqua del rubinetto; mise in vendita una formula più semplice da preparare, monobustina, e poi, lentamente, lasciò il posto alla acqua minerale in bottiglia, prima di vetro poi di plastica. Ma ancora oggi è in vendita negli scaffali dei supermercati, e magari sarebbe una opzione da provare in alternativa a tutte queste bottiglie di plastica con cui riempiamo sacchi dopo sacchi.