una storia dolceamara fra la California e l’italia

Robert Garcia è il primo immigrato dichiaratamente gay eletto deputato negli stati Uniti. E fin qui, non è che questi primati interessino più di tanto. Ma mi ha molto colpito la sua reazione alla notizia: lui, che era arrivato a cinque anni con la madre, poi diventato cittadino americano, poi sindaco di Long Beach in California, ha pubblicato una foto di lui con la mamma al suo arrivo negli Usa da Lima, Peru.

Per condividere la gioia e l’orgoglio con la persona che lo aveva amato e aiutato di più, che aveva fatto la cameriera nelle case dei ricchi perché suo figlio potesse studiare nelle università dove andavano i loro figli. Solo che la madre è mancata un anno fa, a 61 anni, a causa delle complicazioni del Covid. Non ha potuto assistere a questo suo successo che certamente la avrebbe resa felice, E ho pensato che i dolori si possono condividere con tanti amici, ma le gioie, quelle, si possono comunicare e condividere solo con le persone che ci vogliono veramente bene e a cui vogliamo davvero bene.

E mi ha fatto tornare in mente una bellissima mattina romana, dopo che avevo presentato un libro di racconti a favore dell’Unicef, un mio progetto a cui tenevo tantissimo: la introduzione era stata scritta da Clio Napolitano, moglie dell’allora presidente della repubblica. Era stato un incontro bellissimo, illuminante, gioioso. Era il 2 giugno e quando sono uscita nel cielo super azzurro di Roma si stava formando la bandiera italiana con il volo delle frecce tricolore. Uno di quei momenti perfetti, come capitano a volte nella vita in cui si è felici di un progetto bello e condiviso, e tutto intorno sembra congiurare come se l’universo intero partecipasse di quel momento di gioia. Ecco, lì ho pensato come sarebbe stato bello poter raccontare a mia madre di quella iniziativa, di quell’incontro, dei bambini e delle bambine che avevano ascoltato il bellissimo racconto di Clio: mia madre c’era ancora, era ancora viva, ma persa altrove, in un altrove in cui non potevo più raggiungerla. Non c’era più nessuno che potesse gioire come lei di quella mia piccola soddisfazione, di quel minuscolo risultato raggiunto, di quella giornata per me così speciale.