un playboy che ha fatto la storia

Sono da sempre appassionata di biografie, ma mi annoio subito con date e dati: così mi piacciono moltissimo queste che negli Usa chiamano Faction, un mix di fatti storici e ricostruzioni filmate (il temine italiano, docu-fiction, mi piace meno). Ed è stata una vera e propria scoperta questo “American Playboy – Hugh Hefner story” su Amazon prime video. Prima di tutto perché ripercorre settant’anni di storia degli Usa, dai Cinquanta a oggi, attraverso il giornale fondato, con poche migliaia di dollari, da un ambizioso giovane copywrighter dalle intuizioni geniali: il paginone centrale del primo numero mostrava nuda nientepocodimeno che Marilyn Monroe. Molto divertente il fatto che lui avesse lasciato nel 1953 Esquire, dove lavorava, dopo che gli era stato negato un aumento di 5 dollari: nel 1959 il suo Playboy superò le vendite di Esquire. La serie tv segue la storia americana di decennio in decennio, svelando molto retroscena e incastrando la quotidiana, ma straordinaria storia della pubblicazione con i momenti salienti della Storia degli Usa, sottolineando i cambiamenti nella mentalità e nella vita sociale, sia riguardo al sesso che al razzismo, passando attraverso la pillola e la liberazione sessuale della donna. Certo, Hef, come lo chiamavano gli amici, ne esce un po’ come santo e martire, impegnato (come per certi versi è stato) in molte campagne importanti, ospitando non solo attrici nude ma anche grandi scrittori e politici: ma il risultato è uno show divertente e interessante. Curioso che ciò che non ha potuto la censura, l’Aids, la rivoluzione sessuale, ha potuto il coronavirus: dall’inizio della epidemia, infatti, il giornale Playboy non è più in vendita in versione cartacea.