un piccola questione di cuore per carlo monterossi
C’è anche la “mia” Ciylife in questo ultimo romanzo di Alessandro Robecchi: e c’è una Milano luccicante, quella delle zone riqualificate con grattacieli e negozi, quella degli appartamenti del centro con giardini insospettabili come i loro proprietari, e quella della tangenziali dove scorrono tir e vite e dove si svolgono incontri segreti a bordo di auto con i vetri oscurati.
C’è un ragazzo che cerca la sua donna scomparsa, e poi lei che cerca lui in una versione ipermoderna di Giulietta e Romeo in cui le famiglie in lotta sono quelle mafiose.
Ci sono i soldi, tanti soldi e la droga, e un gioiello misterioso e tante donne affascinanti e determinate. C’è un boss che si innamora: e i boss possono usare le donne, scoparle, buttarle, ma amarle proprio no, perché è un segno di debolezza che non viene perdonato.
E c’è la televisione, quella dei soffritti e delle lacrime, quella che pettina le storie per appassionare donne che di storie da vivere non ne hanno o non ne hanno più: perchè il Carlo Monterossi, ora investigatore pieno di domande senza risposta, è stato ed è un autore televisivo di enorme successo (così come il Robecchi, del resto).
E c’è anche in televisione il Carlo Monterossi, nella serie di Amazon Prime che porta il suo nome e che riprende in maniera calligrafica atmosfere e battute: ma niente batte per me il fascino delle pagine gialline chiuse dalla severa copertina blu della serie Sellerio.
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