Sveva e il falco

Decine di romanzi pubblicati in 40 anni, sempre in testa alle classifiche: Sveva Casati Modignani, nome d’arte di Bice Cairati, scala le vendite anche con il suo ultimo libro, Il falco (Sperling e Kupfer). Una storia appassionante d’amore e, a sorpresa, anche un po’ di sesso.

La sua protagonista è una splendida 60enne. Una nonna che incontriamo mentre è con il nipotino che fa i compiti, ma è giovane, aperta alla speranza, alla vita, anche al sesso.

“Come siamo di fatto…”.

Ma come non ci disegnano di solito.

“E’ simpatica Giulietta… io la molto amata perché è una donna risolta, brava, sebbene si sia portata dentro per 40 anni il magone di questa storia d’amore straordinaria finita malamente. Che era stata lei a voler concludere così perché era una sessantottina: il tradimento, una cosa che le donne di dieci anni prima di lei avrebbero tollerato, lei non lo perdona”.

Giulietta però riesce a costruire una sua serenità, almeno fino a quando non torna in scena il suo primo uomo. C’è un amore passionale e uno tranquillo?

“Giulietta vive un amore tranquillo perché il marito, Aldo, è un amico. Una perla d’uomo lo definisce. Con la sua parte di egoismo perché, essendo innamorato di lei, non ricambiato, l’unico modo di averla era di sposarla”.

Il protagonista maschile, un grande industriale dell’ottica, ricorda in qualche modo Leonardo Del Vecchio. Si è ispirata a lui?

“Solo in parte. Di questo signore si sa tutto dal punto di vista delle sue imprese, ma non si sa niente di chi è lui veramente. Io me lo sono costruito a modo mio. Facendogli fare cose che probabilmente non ha mai pensato di fare”.

Rocco, il personaggio, è molto complesso.

“Ho provato a scavare nella sua formazione famigliare, nel rapporto con la madre con il padre e nelle sue fragilità: alla fine è venuto fuori come volevo. Perché a ispirare questa storia, più di tutto, dei suoi successi imprenditoriali, è stato questo suo progetto di regalare al suo Paese una cittadella della salute dove chi soffre possa avere agi e conforto. Una cosa unica al mondo: una cosa che se la avesse proposta agli Stati Uniti, gli avrebbero steso il red carpet ovunque. Qui, invece, gli impediscono di realizzare questo progetto per cui lui ha già tirato fuori milioni e per cui avrebbe predisposto dei finanziamenti anche per quando lui non ci sarebbe più. Trovo che sarebbe una cosa meravigliosa. Lui dice “io sono diventato quello che sono perchè sono italiano. Il mio Paese mi ha dato tanto, vorrei ricambiare”.

Giulietta anche è anche un po’ una Cenerentola che sceglie suo il lieto fine così come sceglie il suo anello?

“Mi piace molto questa donna che non si fa incantare dai lustrini”

E degli zaffironi…

“Lei di fronte a questo anello di fidanzamento da sballo dice “io che cosa me ne faccio? Vado al supermercato con questo? Io non vivo a Buckingham palace, ma in una villetta di periferia”. Perché davvero una donna consapevole, realizzata non ha bisogno di queste cose”.

Alla fine lei gli dice “tu riesci ad avere sempre quello che vuoi” ma anche lei riesce ad ottenere quello che vuole…

“E ma questa è la furbizia delle donne!”

Quando c’è di Sveva dentro giulietta?

“C’è una bella fetta della Sveva. La tazza di latte e cacao la sera, la abitudine di accogliere nel giardino il gatto dei vicini e parlargli e coccolarlo… sì c’è tanta parte di me anche nel suo modo di dissacrare; però è una donna ricca di sentimenti e generosità”.

Ne libro c’è anche una Italia molto bella, Positano, Taormina…

“Sì fino a che non guasteranno anche quei luoghi; stiamo guastando tutto. Io sto vivendo questa pandemia come la punizione di un dio biblico che dice non mi hai rispettato e io ti punisco. Perché soprattutto negli ultimi 80 anni l’uomo non ha rispettato questo pianeta meraviglioso che Dio ci ha dato. Un nemico che ci ha colto tutti impreparati, di cui nessuno conosce il volto, che continua a cambiare”.

Quale è la sua reazione al Covid?

“Scrivere. Ho scritto il libro in tempo di Covid. Lo avevo cominciato alla fine di febbraio e lo ho finito ai primi di giugno. La storia la avevo in mente da quel dì; ma in quel periodo avevo bisogno di rallegrarmi ed ecco perché ho dedicato anche una parte a una sorta di sesso gioioso e formativo. E tanti amici maschi che lo hanno letto sono impazziti perché hanno detto che una botta di fortuna come quella che capita al protagonista, di avere una donna più grande che lo introduce al sesso, a loro non è mai capitata”.

La foto di Bice Cairati è di Gianmarco Chieregato