Sulle tracce dell’amore materno

Poco amore, poco cibo, poche ricercate parole. Nella vita di Agata, la protagonista del bel libro di Elena Mearini, “I passi di mia madre” (Morellini editore) c’è veramente poco di tutto. Molta ansia, in contrasto, molta attesa e molte domande. Sugli uomini, sulla vita, ma soprattutto sulla madre: la donna che ha abbandonato lei e suo padre, lei ragazzina, senza una spiegazione. Comincia così, in una giornata di attesa della telefonata di un uomo che la desidera ma non la vuole, centellinando piccoli bocconi di nutrimento, a malavoglia, mentre la tentazione e il sogno è quello di mordere la vita. Ma proprio quell’abbandono, quel primo, apparentemente insensato abbandono, segna ogni singolo rapporto, gela ogni intimità d’amore, provoca ogni rifiuto. Così, fra parole scelte con cura, frammenti di lettere e appunti di diario, seguiamo Agata nella ricerca delle tracce della madre, con fatica, con paura di quello che potrà scoprire, fino al disvelamento finale che, ovviamente, non possiamo spolverare, ma che è sicuramente una sorpresa. Due ritratti femminili molto toccanti, con una paradossale entropia di sentimenti che è, come sempre uno spreco: quello dell’amore che finisce in un buco nero di non comunicazione, e provoca terremoti emotivi difficili da rimediare.

ELENA MEARINI

I PASSI DI MIA MADRE

MORELLINI EDITORE