sognando la california… e le mie amiche

Quattro mesi fa (per errore, ma è un lapsus freudiano, avevo scritto un anno fa) arrivavo a San Diego, per la precisione a Lajolla, la bella in spagnolo, ospite di una cara amica. Ogni giorno ringrazio il suo invito, la possibilità di ammirare quei panorami, gustare quel cibo, ridere e scherzare, passeggiare e vivere avventure: godute minuto per minuto, senza sapere che cosa ci avrebbe aspettato, che tipo di surreale prigionia era in attesa per noi nei mesi successivi. Ogni sera cerco di ricordare qualche dettaglio, qualche battuta, qualche momento di divertimento e gioco. Qualche magico momento come l’avvistamento di una balena, al grido “soffia” esattamente come in Moby Dick – con la differenza che noi avevamo un drone che dal cielo segnalava la presenza di questi incredibili mammiferi.

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Ma anche la magia della quotidianità, l’essere tre amiche padrone del loro tempo e dello spazio a disposizione, senza orari che non fossero decisi da noi, senza cibo da preparare, lavastoviglie da caricare, spese da fare. Gustando sapori diversi o ritrovati, un calice di vino a una insalata, un tramonto e le specialità, dal pesce ai pancakes, dai waffles alla pancetta, alle insalate di frutta e verdura co i limoni dell’albero del giardino.
Talmente felici da non aver bisogno di fare shopping – e molto pentita oggi solo di una cosa: di non aver acquistato quei pantaloni da casa che mi sembravano troppo cari per il poco uso che di solito ne facevo… ironia della sorte, vero?