Vi è capitato, qualche volta, che tutti gli elettrodomestici si rompessero più o meno in contemporanea? Sì, vero? Ecco, a me è capitata la rivolta delle tesserine. Con conseguenze tragicomiche. La prima a lasciarmi è stata la carta di identità. Scaduta. Per fortuna appena dopo il lockdown (anche se pare che la validità fosse stata prolungata per quelle che scadevano. Boh?). In ogni caso, bella esperienza: ho fissato senza problemi online l’appuntamento al comune di Milano, mi sono presentata, un po’ prima come al solito, ho fatto una dignitosa cosa distanziata come da regole antivirus, ho fatto la mia richiesta a una gentilissima impiegata e, dopo 5 giorni, mi è arrivata a casa con raccomandata la carta di identità elettronica, con tanto di codice fiscale.
Non solo, ma con uno speciale codice di accesso avrei potuto anche seguire il percorso giorno per giorno – non l’ho fatto perché non ci sono stati problemi, ma se ce ne fossero stati avrei avuto un modo di verificare dove era stata bloccata. Ok, perfetto. Scade più o meno negli stessi giorni la patente di guida: ottima cosa farle scadere il giorno del compleanno, così basta controllare nei dintorni di quella data e si verifica la validità di tutto. Certo, ad avvisarmi – lo sapete sulla burocrazia sono un po’ pasticciona – è stata la scuola guida dove la aveva o rinnovata la volta prima: un buon marketing, se non fosse che nel frattempo io mi sono trasferita dall’altra parte di Milano. In ogni caso è il privato che mi avvisa di una scadenza pubblica, ma vabbè. Trovo una scuola guida in zona dove, con 80 euro e super efficienza praticamente in un quarto d’ora riesco a fare la domanda di rinnovo e in 5 giorni ottengo la mia patente nuova fiammante. Nel frattempo scopro – con orrore, e questa è colpa mia – di non trovare più la mia tessera sanitaria. Chiedo un controllo nelle ultime tre farmacie dove sono stata, e scopro di non essere sola: per cercare la mia controllano veri e propri pacchetti di tessere abbandonate per sbaglio da clienti come me poco avvedute. La mia, purtroppo, non c’è. Svuoto tutte le borse, controllo in ogni tasca ma non ce n’è traccia. Cerco di capire come chiederla, se devo denunciare la perdita, ma nel frattempo invio una mail al mio medico della mutua prenotandomi per il vaccino. Immediata la risposta: il medico è andato in pensione da qualche mese. Ma nessuno, in nessun modo, mi aveva avvisato. In questo periodo io, se avessi avuto bisogno di una prescrizione, non avrei avuto alcun modo di averla. E vabbè. Controllo come fare per cambiare il medico. Online è praticamente impossibile – o, perlomeno, io non ci sono riuscita. Devo fisicamente andare alla asp della mia zona di Milano. Per farlo, però, devo chiedere un appuntamento: giustissimo evitare code in tempo di civid, e poi è una buona cosa evitarle in assoluto. Per farlo, però, cioè per prendere l’appuntamento online, devo prima accreditarmi su un sito che permette di farlo. Un sito che chiede dati e password, che invia un codice per continuare a iscriversi: insomma, un giochetto di qualche ora con computer, telefono e i-pad collegati in contemporanea. Ora mi chiedo: io uso il computer da 40 anni, internet da subito, e per me non è stato semplice. Il che significa, scusate, che è complicato. Comunque ho l’appuntamento e la delega di mio marito per cambiare anche il suo (ovviamente il medico lo avevamo in comune). Alla prossima puntata.