Qui tutto è possibile, un libro meraviglioso

Una nonna che, come Sherazade, inanella racconti al nipote. Un nipote svogliato, buono a nulla, che a 24 anni ancora si fa mantenere dai genitori e ritiene che quello sia un suo bon diritto. Così, quando mamma e papà decidono di chiudere i cordoni della borsa, non ha altra via che rifugiarsi a casa della nonna, a Los Angeles. Pronto ad annoiarsi con lo stesso broncio che ha esibito con i suoi, si trova invece catapultato nella vita della nonna. Una vita straordinaria che lei inizia a raccontargli dal suo arrivo negli Usa dalla Vienna da cui, essendo ebrei, erano stati banditi. E, piano piano, Salomea detta Mamie, musicista di famiglia di musicisti, srotola le sue storie affascinanti della Los Angeles degli emigrati di lusso, popolata da geni e attori, fra feste e corse sulla spiaggia, lezioni di tennis e fughe romantiche, incontri quasi inverosimili.

Qui tutto è possibile, di Kathleen Shine – la autrice di Lettera d’amore, uno dei libri che mi ha affascinato di più – edito da Mondadori, mi è stato passato dalla amica Sipos: ed è stato davvero un regalo per i miei giorni di isolamento causa influenza: un viaggio lontano nello spazio e nel tempo, in una società in estrema evoluzione, negli anni 40, in California. Poi, anche nel libro, appare in scena il covid: con il suo peso di isolamento e paura,  il non potersi sfiorare e sorridere. E tra collegamenti video e foto sbiadite, Julian, questo il nome del nipote, scopre una donna che ha attraversato i tempi, non solo l’Oceano, determinata ad essere felice. Malgrado tutto, malgrado tutti. E ne impara una lezione fondamentale, che definirà la sua esistenza spazzando via la crisi esistenziale di ragazzo viziato.

Ho pensato spesso a mia nonna, che nella sua vita, nata nel 1903, aveva visto e vissuto e patito due guerre mondiali: la nostra generazione era stata la prima a non conoscere guerre sul proprio territorio, vissute sulla pelle; in qualche modo il covid è stata la nostra guerra, ma non riesco mai a non pensare al coraggio di quella generazione, a quello che aveva passato. E se pure la mia di nonna non aveva avuto la vista scintillante di Mamie, aveva però una solida determinazione ad essere felice, a godere di quello che aveva, per cui la ho sempre infinitamente ammirata. Una scorta di buonumore e allegria che nessuna durezza incontrata nella sua vita aveva scalfito.