Pretty woman e tutte le repliche tv di successo


La settimana televisiva è stata piuttosto curiosa e vale la pena di fare qualche riflessione. Grande successo per la replica su Raiuno della fiction Imma Tataranni con la meravigliosa Vanessa Scalera nei panni a volte bizzarri del sostituto procuratore dalla vita complicata e incasinata. Ha ceduto solo davanti al match Napoli Milan, che ha sfiorato il 36% di share, ovvero quasi il 40% dei televisori accesi in quel momento era sintonizzato su  Canale 5.

E non sono andate male anche le repliche della fiction la sposa con Serena Rossi la domenica sempre su Raiuno;  la storia di una giovane donna calabra che accetta di sposare per procura un apparentemente benestante contadino Veneto trasmessa solo un anno fa.

Zingaretti con il suo commissario d’antan, ormai un classico – pensate che l’episodio gli arancini di montalbano era andato in onda nientemeno che nel 2002, oltre vent’anni fa – si mangia l’isola dei famosi alla riapertura in quanto a teste davanti alla tv, anche se la curiosità su Ilary Blasi post chiacchieratissima separazione dal pupone Totti porta su la quota di ascolti.


Addirittura di 30 anni fa è Pretty Woman, il film che alla sua 31 esima replica ancora tallona fiction in prima visione:
una favola, certo, quella della prostituta che fa innamorare Richard Gere, che al suo primo passaggio aveva inchiodato al video oltre 10 milioni di spettatori. Certo, erano altri tempi, una altra tv: ma è un discorso, questo delle repliche in piena stagione televisiva decisamente nuovo, – finora eravamo abituati a questo solo da giugno/luglio in poi, quando la riproposizione di via col vento  e della principessa Sissi, film che ormai hanno la dignità di una vera e propria serie tv, dava di fatto il via alla stazione estiva, sia televisiva che meteorologica. E questa ondata di repliche di messe in onda, perdonate il gioco di parole, a molti ha fatto gridare allo scandalo, alla mancanza di rispetto nei confronti del telespettatore che, comunque, soprattutto sulla Rai, paga un canone. Inutile fare del moralismo sui dati d’ascolto che, secondo me, hanno sempre ragione, come i fatti. E di fatto una ragione c’è:  un successo così costante di una fiction riproposta, anche a distanza di pochi mesi, o di un film visto e rivisto, si basa certamente sull’effetto rassicurante della ripetizione – non c’è nulla di più ansiogeno del cambiamento e ovviamente, niente di più rasserenante della ripetizione, e ve lo dice una che si riguarderebbe all’infinito la signora in giallo e Colombo; ma se gli ascolti incrociano la sociologia, e ne sono di fatto un aspetto, quello che ne esce è un gran bisogno di serenità, di messaggi rassicuranti in un periodo di continui costanti allarmi quotidiani.  C’è di che riflettere anche sulle nostre scelte tv.