Diario dalla zona rossa giorno tre… ops siamo tutti in zona rossa! Ok, ragazze, moriremo tutte grasse, con le mani screpolate, le unghie in disordine, la ricrescita in una chioma ormai fuori controllo: riuscite a immaginare qualcosa di peggio? NB: sto scherzando, ovviamente. Non so voi, ma io ieri ho avuto un momento di vero sconforto. La mattina, prima delle notizie della chiusura totale. Questa mattina, non so come né perché, sono tornata al mio umore abituale: qualunque cosa sia passerà, rimarrà un ricordo epico, qualcosa di cui parlare con i nipotini, la nostra “guerra” (le virgolette sono per rispetto a chi la guerra, quella vera, la ha vissuta). L’arcobaleno c’è sempre, da qualche parte del mondo – quello nella foto è alle cascate Vittoria – e tornerà anche qui. Mi spiace per la mia Milano, che stava vivendo un momento magico, e che sta prendendo una botta terribile; per l’economia del Paese e per quelli che pagheranno il conto più alto, a tutti i livelli. Mi stringo ai miei cari – da due metri di distanza, ovviamente – e a tutte le amiche. Noi si va avanti, si scrive e il nostro progetto di raccolta benefica di racconti va avanti.Perché tra qualche settimana sarà tutto finito: conteremo i danni e ricominceremo. Più poveri ma sicuramente più saggi.
oltre l’arcobaleno
a cura di ELENA MORA