Notte prima degli esami: a 50 anni dalla maturità

Una amica scopre (con mio orrore) che abbiamo fatto insieme la maturità nel lontano 1973. Non che non lo sapessi, ovvio, ma essendo negata per i numeri non avevo mai fatto caso al fatto, e scusate il gioco di parole, che fossero passati ben 50 anni. Mezzo secolo. Da quando ero una ragazza. Orrore!

Ok. Dato interessante. La amica manager, che ha un piglio da manager qualunque cosa intraprenda, decide di provare a organizzare una riunione, Cioè, essendo lei non decide di provare a organizzare, bensì a organizzare. Punto. E cercare 35 persone che, nel corso degli ultimi 50 anni (34 persone, scusate, perché io e lei continuiamo a vederci) non si sono mai scambiate nemmeno un ciao.
Nemmeno una mail, un messaggino, un wa. certo, perché nel corso degli ultimi 40 anni nessuna di queste cose c’era, ovvio, ma comunque, come dire, buona fortuna a lei!
Essendo lei chi è, comunque, ovviamente ci riesce. E attiva un gruppo di whatsapp che, lentamente ma nemmeno troppo, si infoltisce sempre più.

Riemergono dal passato i Paoli, le Anne, le Marine (nomi evidentemente più diffusi alla epoca), Maria Cristina e Laura e Marinella e Stefano e Francesco … insomma, quasi tutti. Subito inseriti in una tabella excel (ve lo avevo detto che era una manager) con nome, mail, numero di telefono. Si decide un luogo e una data (perfetti e proposti da lei, ovviamente) che vengono accolti con diverse sfumature di entusiasmo, ma comunque con entusiasmo. Si decide per un pranzo, di lì a un mese, con la possibilità di passare anche un pomerigggio insieme: d’altra parte, dopo 50 anni, il tempo di un menu non basta per certo.

Nel frattempo il gruppo di wa continua a sfornare nomi, ricordi, di professori, di compagni, di bidelli (ma chi si ricorda i nomi dei bidelli?); di eventi di varia importanza, di versioni di greco copiate e lampadari abbattuti con una sola pallonata. Di scandali piccoli e grandi, di abbandoni scolastici, di lutti. Si citano Seneca e Fabrizio de Andre, Proust e Fellini; ma anche le belle della classe e i prof dell’esame di maturità; si scrivono parole fraintese e ci si costruiscono piccoli drammi, in una specie di microcosmo che divide la luce dei ricordi in mille sfumature.

Io ammetto di non ricordare niente, e qualcuno chiede “Elena chi?” Dando un bel colpo al mio ego. Poi, però, penso che sia una battuta. Ok, certo, sarà una battuta…

C’è chi esce dal gruppo e chi invita a tornare; chi ricorda il prezzo dei panini – 100 lire, potete crederci? – e il professore che vendeva enciclopedie. Fioriscono battute, giudizi, rancori: ma tutto ci tocca davvero come se, improvvisamente, a 70 anni, fossimo tornati quei diciottenni per cui ogni esperienza era intensa, ogni parola densa di significato, ogni interazione vitale.

Notte prima (di ritrovarci al ricordo) degli esami…