NONNO ME LO FAI UN FIORE DI LEGNO CHE LO COLORO?

“Nonno, me lo fai un fiore di legno che lo coloro?” . Il nonno di Martina è un bravissimo ebanista, che nella sua vita ha preparato tavoli intarsiati e mobili intagliati, dando forma al legno in mobili che passando attraverso le generazioni (infatti mia figlia Sara ha due dei suoi mobili restaurati dalla figlia, coetanea). Certamente in grado di intagliare un fiore per la sua nipotina, cosa che farà anche presto e bene. Ma la piccola Martina, quattro anni, è come tutti i bambini, come i miei e i vostri nipotini, una delle vittime di questa situazione. Chiusi in casa, improvvisamente tagliati fuori dalle loro abitudini, divisi dai loro amici, passati da una giornata piena di impegni, asilo, doposcuola, ginnastica, amici, al vuoto in una casa con gli adulti. Nervosi, gli adulti, in preda all’ansia e a ogni genere di preoccupazione: il contagio, certo, ma non solo; l’economia, il dopo, i rapporti di lavoro e interpersonali, il cibo da procurare e il denaro con cui pagarlo. Nervosi i bambini per osmosi e perché è difficile spiegare a loro di questo “birus” come lo chiama la mia nipote Annina, che lo vuole schiacciare sotto i piedi così va via, del perché tutto è cambiato d’improvviso. Ma anche pronti a usare la creatività e la fantasia: come Anna che ogni pomeriggio organizza la sua festa di compleanno distribuendo agli invitati immaginari immaginarie caramelle, Andrea che vede in un ciocco pronto per i camino il martello con cui giocare, la Sara piccola che mette in tavola tre piattini, uno per lei e due per i suoi amici lontani. E Martina, che chiede al nonno di intagliare un fiore di legno da colorare.