Meghan e il principe ranocchio

Mia cugina Cinzia – abituatevi alla idea, io ho una schiera di cugini: mio nonno aveva dodici fratelli, e quando non riesco ad addormentarmi, invece di contare le pecore, io cerco di ricordare i nomi di tutti (per la cronaca, non funziona). Insomma, la Cinzia mi chiede che cosa ne penso di Meghan Markle. La Cenerentola a corte che, nel breve volgere di due anni è passata da dolce fatina innamorata a pericolosa megera che ha strappato l’ingenuo marito, vittima dei suoi malefici, al destino di principe, all’adorato fratello, alla perfetta cognata, persino alla nonna regina, unico personaggio davvero da favola di questa storia. Insomma, avrebbe preso un principe e lo avrebbe trasformato in ranocchio. Un principe tanto carino, perbene, senza macchia e senza paura… No, fermi un attimo. Harry, fino al matrimonio, è sempre stato considerato la pecora nera di famiglia, uno che ne ha combinata una dietro l’altra, dal farsi fotografare con una svastica sul braccio a farsi beccare a fumare (e non parliamo di sigarette); dal copiare il compito in classe a Eton (se sei un principe della casa regnante, no, non si fa) a farsi riprendere, ubriaco e mezzo nudo, con una coroncina di cartone in testa. Cosa che, se hai una nonna che la corona con tutto il suo peso se la porta sulla testa da sette decadi, è decisamente sconsigliata. Uno che ha dichiarato di avere la psiche devastata dalle esperienze vissute, culminate nel dover seguire, bambino, il feretro di sua madre mentre il tutto veniva ripreso in mondovisione. Uno che, per regole e destino, avrebbe dovuto trovare una moglie inglese, bianca, vergine, innocente, nobile. Non in questa esatta sequenza, ma per certo corrispondete a tutte queste caratteristiche, Ovviamente lui che fa? Decide di sposare una divorziata, americana, attrice, con una madre di colore e una famiglia tutt’altro che irreprensibile: e almeno su questo sono decisamente simili, i due, considerando le rogne che tutti i suoi figli hanno dato alla povera queen.
Già il termine decide, comunque, mi sembra un po’ esagerato, perché la mia impressione è che la giovane Meghan, intelligente, determinata e ambiziosa, il suo principe se lo sia preso e abbia deciso di sposarselo. Probabilmente senza considerare il contorno che andava oltre il luccichio di corone e gioielli: il quotidiano logorio di presentarsi sempre in ordine, attaccata come neanche santo stefano dalle mille frecce e frecciatine dei critici, ingabbiata in una routine noiosa di noiosi incontri. Che fare? Prendersi il suo principe e adarsene. Ha distrutto una famiglia? No, ha protetto la sua. Ha dei progetti ambiziosi? Probabilmente sì, ma perché per una donna deve essere una colpa? Resteranno insieme? I bookmakers a Londra li danno per pronti al divorzio entro il 2025: ma scusate, su quale matrimonio dei vostri amici voi giurereste fino al 2025? La mia opinione – e solo perché la Cinzia me la ha chiesta – è che i due hanno qualcosa in comune, oltre al piccolo Archie e al consistente patrimonio: una loro profonda simmetria nell’essere due persone di confine. Lei, che si lamenta di non essere mai stata considerata del tutto bianca dai bianchi né del tutto nera dai neri; lui, principe che non sarà mai re, né del tutto regale né del tutto borghese. Una finta cenerentola con un finto principe, in una finta favola. Fuori dalla vita dei reali, nella vita reale.