ma quando sono brave le avvocatesse in tv ! Lidia Poet e Studio Battaglia

Oggi vi parlo di avvocati in tv.

Ha appena esordito su Netflix La legge di Lidia Poet : una serie interessante davvero per più di un motivo.

Il primo, che mi ha fatto – e immagino farà scoprire ai telespettatori – la storia di Lidia Poet, la prima donna avvocata d’Italia nella Torino di fine ottocento. Ma sarebbe meglio dire la prima donna laureata in legge, perché la abilitazione all’avvocatura, che all’inizio le viene concessa, le viene revocata con una sentenza che dichiara che un simile lavoro esporrebbe una donna in maniera inadeguata agli orrori della vita che i giudici al suo fascino. Da questo personaggio, rivisitato in chiave decisamente pop, nasce una serie di gialli ambientati nella società torinese dell’epoca, fra gli eleganti palazzi e le lussuose magioni e l’orrore delle carceri, della vita della povera gente, lavandaie, operaie, prostitute.

Matilda De Angelis è la protagonista nei panni della eroina investigatrice che riesce a infiltrarsi nei processi affiancando il fratello avvocato – o meglio è lui che solo grazie a lei riesce a comprendere chi è il colpevole ed assicurarlo alla giustizia.
La serie è un curioso mix di fedeltà al periodo nelle ambientazioni, negli usi e negli abiti contaminato però da linguaggio e musiche del tutto moderne, così come la vita sessuale di Lidia: forse non si sentiva la necessità di aprire il primo episodio con lei a letto con uno dei suoi amanti quando poi questo comportamento così assurdamente libero per l’epoca non le evita una terribile gelosia nei confronti del coprotagonista, un giornalista cognato del fratello interpretato da uno straordinario Eduardo Scarpetta.
E va detto che la vera Lidia Poet è poi riuscita a diventare avvocato, iscritta all’albo, ma solo nel 1919, a 65 anni!

Sono donne avvocato e glamour le legali di Studio Battaglia su Raiplay: nella Milano dei grattacieli e degli uomini rigorosamente in divisa da successo si trovano di fronte, questa volta, due sorelle: una lavora con la madre, l’altra decide di lasciare lo studio di famiglia per lavorare altrove, ma sempre da avvocato famigliarista.

Poco giallo qui e tante vicende intimistiche: storie di divorzi, di separazioni, si affido di bambini. A partire dalle protagoniste: una mamma ingombrante, interpretata da una come smepre bravissima Lunetta Savino, due avvocate, Barbara Bobulova e Nina Dalmazio, e la piccola di casa, Marina Occhionero.

Ecco, il tema è quello della giustizia, le protagoniste donne avvocate ma le due fiction, La legge di Livia Poet e Studio Battaglia, non potrebbero essere più diverse, come sono diversi i canali da cui vengono trasmessi, Netflix e Raiplay. A dimostrazione di come la tv, e il suo consumo, stia profondamente cambiando. Nel ritmo, nel linguaggio, nei personaggi proposti, fra realtà e finzione. Buona visione!