lentamente, ma inesorabilmente, la corte smentisce Meghan e Harry dalle nozze segrete alle accuse di razzismo

La vendetta va servita se non fredda, almeno tiepida: la sovrana, furibonda come tutti a corte per la intervista di Meghan e Harry a Oprah, non ha però fatto sfuriate, né dure smentite. La classe non è acqua e il motto di famiglia è mai lamentarsi, mai spiegare. C’è un limite, però, e Meghan lo ha abbondantemente superato. Così, dopo una dichiarazione ufficiale decisamente scarna in cui in buona sostanza la sovrana aveva affermato che non era proprio certa che i due si ricordassero tutto per bene – anche se le era rammaricata, ovvio, che loro avessero dei ricordi così spiacevoli (versione cortese, nel senso di a corte, per dire ma che cavolo state dicendo?) da Buckingham palace sono partite le bordate. Prima lentamente, dolcemente, poi in maniera sempre più decisa. Harry si era detto felice di poter portare a spasso in bicicletta suo figlio, cosa che non aveva mai potuto fare con suo padre? Beh, immediatamente spunta, non si sa bene da dove, una bellissima foto di Carlo con il secondogenito sul sellino nella più romantica gitani bici padre/figlio.  Meghan dice di aver voluto celebrare le nozze in segreto, loro due soli con l’arcivescovo di Canterbury, tre giorni prima delle nozze che, per lei così restia alla pubblicità, erano una specie di spettacolo da circo? Qualche giorno, e l’arcivescovo smentisce tutto, dichiarando che le sole e uniche nozze fra i due sono state quelle celebrate in chiesa, che non ce ne potevano essere, e non ce ne sono state altre. Meghan dice che un personaggio importante della casa reale ha fatto battute sul colore del loro bambino prima che nascesse? Dopo tre settimane, ecco una amica di famiglia, decisamente bene informata, che riporta quasi parola per parola la dichiarazione di Anna, zia di Harry, figlia di Eliabetta, accusata della battuta infelice e nota per il suo caratterino (quando in un tentativo di rapimento, con una pistola puntata addosso, il manigoldo le ha intimato di scendere dalla auto in cui si trovava, dopo che le sue guardie del corpo erano state messe fuori combattimento, lei ha risposto “Non ci penso neanche”). Ebbene, la dama in questione sostiene che il commento di Anna non fosse tanto, anzi per nulla riferito al colore della pelle del bambino, ma al problema culturale di Meghan stessa, ai dubbi sulla sua capacità di adattarsi alla cultura di quel mondo di quella famiglia in cui stava entrando. Affermazione, questa, davvero, difficile da smentire…