Le tre vite di Arnold schwarzenegger su netflix

C’era un ragazzo, come cantava Morandi, che viveva in un piccolo paese in Austria e che sognava di andare in america, diventare attore e sposare una Kennedy. Quel ragazzo è Arnold Schwarzenegger e, incredibilmente, è riuscito a realizzare i suoi apparentemente irrealizzabili sogni. Lo racconta lui stesso in una serie su Netflix in cui, in tre puntate, racconta le sue tre vite.

Quella di bambino, vittima di un padre alcolista e violento, che rimane folgorato dalle foto di Reg Park, un culturista sul set di Ercole a Hollywood; lo prende a modello e tiene le sue foto con quelle di altri campioni dai muscoli in bella vista unti di olio appese sul muro sopra il letto, creando in famiglia il sospetto, all’epoca e in quel contesto preoccupante, che fosse gay; quella di un atleta dedito al culturismo così determinato a diventare il migliore da vincere 8 titoli di mister Olimpia e vari altri riconoscimenti, tanto da detenere il primato di titoli nel suo sport nella storia.


Raggiunti tutti i possibili record di vittorie, si trasferisce a Hollywood e si cimenta con il cinema: senza rassegnarsi ai primi insuccessi e raggiungendo anche qui record di spettatori e incassi con Conan il barbaro e Terminator. Cosa curiosa, deve affrontare in prima persona tutte le scene d’azione anche se pericolose perché è praticamente impossibile trovare uno stuntman con un fisico simile al suo.

Nel frattempo incontra e sposa Maria Shriver, figlia e nipote di Kennedy: ed è all’interno della famiglia che inizia la sua terza vita, quella politica, da governatore della California, il primo attore a ricoprire quel ruolo dopo Ronald Reagan. Le tre puntate sono decisamente interessanti, un po’ povera di immagini la prima, scintillante per filmati e testimonianze, ovviamente, quella dedicata al cinema, mentre è davvero curiosa quella dedicata alla vita politica, con le accuse di molestie che non ne hanno impedito la vittoria e per cui lui si è scusato. Ma non vorrei lasciarvi per il fine settimana senza un delizioso pettegolezzo sulla sua vita che, in realtà, gli è pure costato la fine del matrimonio ventennale con la Shriver: dopo aver avuto da lei 4 figli ha una relazione con la cameriera da cui nasce un bambino di cui ignora la paternità fino a che, crescendo, il piccolo mostra una straordinaria somiglianza con Arnold: che, infine, confessa e lo riconosce come suo figlio.  Un finale di matrimonio degno di una delle sue commedie come Gemelli…