le premiate di Lesa ( e i loro libri bellissimi): Serena Banzato

Ed eccomi ancora qui a parlarvi del premio Lesa per la saggistica femminile: perché, ovviamente, è il caso di parlare dei libri che sono stati premiati.

Inizio con la esordiente Serena Banzato: il suo Cammina vivi, amati, edito da Piemme, è un inno alla vita da parte di chi ha provato veramente a essere a un passo dal perderla.

Nella parte memoir Serena racconta del suo viaggio a piedi verso Santiago, qualche anno fa, lungo quel percorso che è anche spirituale oltre che fisico. Da atleta, sceglie di camminare di fianco alla costa, in un tracciato un po’ meno facile degli altri. Ma il destino è in agguato: una terribile infezione che le fa rischiare prima la gamba e poi la vita. Ne esce, dopo 13 interventi in un anno, mesi e mesi di ospedale. Ma riesce a laurearsi e tornare a correre da atleta, anche se paralimpica, perché tecnicamente è una “amputata con gamba”. Quello che viene chiamato batterio mangiacarne le ha infatti danneggiato in maniera irreparabile la muscolatura. Ed è pazzesco vederla sorridere – con un sorriso contagioso che illumina la stanza – e correre – e ci si domanda come faccia ad essere così veloce: una prova di resilienza, di resistenza e di speranza e fiducia nella vita. Il suo racconto ha toccato tutti, dal vicesindaco di Lesa, Roberto Grignoli, che le ha consegnato il premio (sotto con la autrice e la giurata Manuela Sasso; al tavolo la presidente della giuria Luisa Ciuni) ai tanti del pubblico che hanno assistito alla premiazione. Buona lettura quindi!