le donne volano sempre più in alto… verso Marte

Sarà una donna il primo essere umano a mettere piede su Marte? Nessuno dei dodici astronauti, tutti americani, atterrati sulla luna erano di genere femminile, e delle 564 persone che hanno viaggiato nello spazio solo 65 sono donne: ma le cose stanno cambiando, e velocemente. Tornerà presto nello spazio Astrosamantha, ovvero Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana: sarà di nuovo a bordo di una Stazione Spaziale Internazionale nella primavera del 2022. Non su una navetta russa, come la prima volta, ma su un veicolo commerciale americano; i dettagli sono ancora segreti, e lei scherza (ma non troppo) sul cibo: “C’è molta carne nel menù standard della Nasa, mancano le verdure e il pesce. Cercherò di compensare”. Partirà da mamma, e alla sua bambina di 4 anni, Kelsey Amal, (nomi che significano coraggiosa speranza), avuta dal marito, l’istruttore degli astronauti Lionel Ferra sta raccontando la missione come “un gioco, una grande avventura”.

Il gabbiano Valentina vola nella storia

Una avventura iniziata nel 1963 dalla pioniera assoluta, l’operaia tessile Valentina Tereskova, nome in codice “gabbiano”, lanciata nello spazio a 26 anni dopo un durissimo addestramento e reclutata sostanzialmente perché, sebbene digiuna di qualunque nozione di aeronautica, era appassionata di paracadutismo. Ma era anche figlia di un eroe di guerra, importantissimo dal punto di vista comunicativo/politico nella Unione Sovietica degli anni in cui la guerra fredda tra Usa e Urss si giocava anche nello spazio. Sono dovuti passare però vent’anni prima che una americana, Sally Ride, lasciasse la terra verso il cielo: ha partecipato a diverse missioni e fondato una sua fondazione per promuovere lo studio di materie tecniche fra le ragazze; ed è stata la sua fondazione a rivelare, dopo la sua morte, che la astronauta aveva avuto una relazione per 27 anni con una collega, consegnandola così alla storia come la prima astronauta LGBT.

Prime volte e primati in rosa

Ma ci sono tante “prime volte” al femminile soprattutto negli ultimi anni: Peggy Whitson è stata il primo comandante donna di una stazione spaziale: la Cristoforetti ha il record femminile europeo di permanenza nello spazio con 199 giorni, mentre il primato mondiale è detenuto da Christina Koch con 328 giorni, 12 ore e 58 minuti. Christina e la collega Nasa Jessica Meir hanno fatto la prima passeggiata nello spazio tutta al femminile.

Anne McClain non ha invece potuto fare la passeggiata nello spazio perché non c’erano tute della sua misura (la media) a disposizione; la astronauta americana è anche protagonista, suo malgrado, di una vicenda davvero curiosa: era stata accusata da sua moglie, Summer Worden, di averle hackerato il conto corrente dallo spazio, aprendo il primo caso di un crimine commesso fuori dalla orbita terrestre; accuse poi risultate false, per cui la Worden, che andrà sotto processo ad aprile, rischia dieci anni di prigione. Anche Samantha Cristoforetti non ha potuto realizzare il suo sogno della passeggiata spaziale perché non era stata imbarcata la sua tuta, e la cosa è stata una delle sue grandi delusioni: ma nell’occasione, ha scritto nel suo libro, “ho ricordato a me stessa le parole che amo ripetere ai ragazzi e alle ragazze che incontro: avere un sogno è importante in virtù del cammino, non del traguardo”.

Da Star Trek a Space X, verso il pianeta rosso

E il prossimo traguardo, per gli umani dovrebbe essere Marte: il sogno dell’imprenditore sudafricano/canadese/statunitense Elon Musk, creatore della auto elettrica Tesla e del servizio di pagamento digitale Paypal. Il miliardario è determinato a ridurre il rischio della estinzione umana creando una colonia su Marte: ma al suo fianco c’è una donna, Misty Snopkowski, ingegnere della Nasa, super appassionata di Star Trek che ha seguito le missioni dello Space Shuttle e, ora, affianca Musk per Space X, la società che, per prima, ha inviato un razzo privato nell’orbita terrestre. Finora tre dei suoi razzi si sono schiantati o sono esplosi durante l’atterraggio, l’ultimo poche settimane fa, ma Elon, uno degli uomini più ricchi del pianeta, non ha esitazioni: in meno di sei anni, ha dichiarato, potremo raggiungere il pianeta rosso e diventare abitanti di più pianeti. Il solo viaggio richiede però almeno tre anni fra andata e ritorno, e questo crea grossi problemi di stivare carburante e cibo: ed è una donna, Gioia Massa, che sta studiando, in Florida, come coltivare piante per creare un orto sulla stazione spaziale e, fra qualche anno, anche su Marte.

 

UOMINI E DONNE NELLO SPAZIO

Varsha Jain è una “ginecologa spaziale”: per anni ha studiato gli effetti dei voli su uomini e donne; ecco le sue conclusioni:

*Le donne patiscono di più al decollo, gli uomini al ritorno; gli uomini hanno problemi di vista quando tornano sulla terra, cosa che non succede alle donne, che hanno invece qualche problema di pressione.

*Difficile gestire le mestruazioni nello spazio – la urina, per esempio, viene riciclata come acqua, ma il sangue crea problemi – così molte astronaute hanno scelto di interrompere il ciclo usando la pillola contraccettiva.

*Si temeva che l’esposizione alle radiazioni potesse mettere a rischio la fertilità maschile: ma la qualità e quantità dello sperma, che si riducono nello spazio, tornano poi normali al ritorno sulla Terra. Per quanto riguarda quella femminile, la Nasa sostiene la scelta delle astronaute di congelare gli ovuli prima della missione spaziale.

Dal 31 marzo ci si può candidare come astronaute

Il 31 marzo si inaugura il concorso per candidarsi come astronauti alla Agenzia Spaziale Europea: ecco i requisiti necessari:

* una laurea di secondo livello (o superiore) e almeno tre anni di esperienza professionale nello stesso settore degli studi effettuati. Sono accettate lauree in biologia, fisica, astronomia, chimica, medicina, ingegneria, matematica o computer science. È considerato equivalente il brevetto da piloti collaudatori sperimentali.

* essere cittadini di uno dei 22 paesi membri dell’Esa, avere meno di 50 anni, parlare un buon inglese e una seconda lingua essere disposti a viaggiare spesso e per periodi prolungati, adattarsi a destinazioni extra europee, sfoggiare sangue freddo (“calma sotto pressione”, recita il bando) ed essere disposti a condurre esperimenti sociali e di bioscienza. Ersilia Vaudo chief officer della Agenzia Spaziale Europe e responsabile dell’ufficio sulla Diversity invita le ragazze a candidarsi: “Abbiamo bisogno di donne e le professioni dello Spazio sono molteplici ormai e in più settori. Non c’è solo la selezione per i nuovi astronauti che si è aperta in questi giorni, dopo quella che si era tenuta 11 anni fa e che aveva portato all’ingresso nel corpo degli astronauti degli italiani Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. All’Esa abbiamo bisogno di tante competenze e ci aspettiamo che partecipino tante donne”.

 PS: Da quando gioca con la BARBIE ASTRONAUTA Annina vuole volare…