Prima di tutto celebro la giornata della bicicletta, raccontandovi della mia fantozziana avventura su due ruote. Il compagno della mia vita è da sempre convinto che, pedalando per Milano, sarei finita di sicuro nei binari del tram con la ruota e da lì, sotto il tram (come vedrete non aveva tutti i torti). Quando però, qualche anno fa, è iniziato il noleggio delle biciclette, senza dir nulla mi sono iscritta. Il percorso da San Babila a corso Magenta, in una delle piste ciclabili più belle del mondo per me, attraverso l’elegante corso Vittorio Emanuele, passando sotto il Duomo e via verso via Dante, con il Castello come sfondo, era per me una gioia quotidiana che, tempo permettendo, ho fatto, zitta zitta, per un paio di mesi. Ero la persona più felice del mondo. Fino a che.. fino a che è arrivato a casa i documento di abbonamento al noleggio bici, è caduto sotto gli occhi di mio marito che ha iniziato di nuovo a dire che sarebbe stata di certo una catastrofe. Inutile dirgli che ormai da diverse settimane me la cavavo niente male, perché lui aveva questa salda certezza. Infatti… proprio il giorno dopo – casualità o condizionamento psicologico – pedalando allegramente in foro Bonaparte, sono rovinosamente caduta contro un albero (difficili peraltro da trovare a Milano). Provocandomi dei lividi a tutto il viso che mi sono portata per diverse settimane, in un allegro arcobaleno dal viola al giallo al blu. Fine della mia avventura in bici. L’unica che, a dire il vero, mi ha fatto tornare la voglia di pedalare è stata Ludovica Casellati con il suo libro “La bici della felicità” (Sperling & kupfer). In una bellissima intervista mi aveva spiegato come in Italia si trovano piste ciclabili meravigliose, fra panorami incredibili, senza mai cadere nel fanatismo che, spesso, contagia gli appassionati di bicicletta. Così è lei che vorrei citare oggi, ed è lei nella foto sopra, mentre anche il sindaco di Milano invita a usare le biciclette per spostarsi nella metropoli, promette piste ciclabili veloci e comode, anche pop up. “Una vacanza in bici è, giocoforza, una vacanza attiva, senza le distrazioni di televisione, telefonini, tablet e videogiochi” spiega la Casellati. “Io l’ho scoperta facendo il mio primo tour su due ruote nella Loira, in Francia, con mio figlio, che allora aveva tre anni, sul carrellino attaccato dietro alla bicicletta, una specie di cabriolet dei piccoli. Lui lo viveva come una carrozza che lo portava da castello a castello, immerso nella natura: e, distratto dai panorami e dalle continue novità, non ha mai avuto modo di lamentarsi di quel “Quanto manca?” che spesso punteggia noiosamente gli spostamenti in auto quando si hanno dei bambini. Da allora in poi per me la bici è diventata un modo per scoprire nuove mete, gustare i panorami e… degustare il territorio! Perché se mi voglio concedere un bel panino calorico con il salume o il formaggio tipici ho l’alibi di aver pedalato”. E vi raccomando il suo sito www.viagginbici.com, una vera miniera di informazioni e curiosità.
la giornata della bicicletta: Con ludovica pedalando verso il futuro?
a cura di ELENA MORA