La crepa e la luce di Gemma calabresi milite

È un libro davvero interessante questo “La crepa e la luce” (Mondadori)  di Gemma Calabresi Milite.  Una donna finita senza volerlo nella storia degli anni più bui dell’Italia. Una giovane sposa con due figli, incinta del terzo, che si ritrova vedova a 26 anni. Consiglio questo libro perché ha un inizio folgorante, davvero impressionante, che fa riflettere. Poi si snoda la sua storia, che è anche una storia d’amore, anzi di due grandi amori. Una storia di fede, della scoperta della fede come grande sostegno e consolazione: ma senza bigotterie, senza esibizioni.
Gemma è la vedova del commissario calabresi, ucciso sotto casa in una mattina del lontano 1972. È una donna che ha vissuto tanto, sofferto tanto, ma che ha anche avuto, e le riconosce, grandi benedizioni. Sposa felice e innamorata, viene sfiorata da un presentimento malgrado il marito faccia di tutto per proteggerla da quello che sta succedendo nella Milano intorno a lei. Mezzo secolo fa la sua vita (quasi) tranquilla viene sconvolta. Una esistenza che avrebbe dovuto scorrere serena prende tutta un’altra direzione. Perché sono marito non è solo una vittima ma per molti è anche il cattivo della storia. Lei ha i figli da crescere e li vuole crescere in modo che dimostrino, con la loro stessa esistenza, che loro padre non poteva esserlo, il cattivo della storia. E sul muro di fianco all’Università cattolica dove stavo andando ieri, per un’altra storia  che vi racconterò, ho visto la targa che la polizia ha infine dedicato a calabresi. E ho pensato in che strana maniera le vite si incrocino a volte: una mia compagna di università veniva a studiare nel mio appartamento per essere più tranquilla perché a casa sua era tornata la sorella, vedova, con tre bambini piccoli. Gemma ha poi trovato un altro uomo che ha amato lei e i suoi figli. Da lui ha avuto un altro bambino e anni di serenità. Ma dice che il suo grande sostegno è stata la fede.