Il nuovo giallo di Silvana Giacobini

Nell’ultimo thriller di Silvana Giacobini, Segni nell’acqua (Castelvecchi editore, euro 17,50) ritroviamo protagoniste già viste nei suoi romanzi precedenti: la giovane scrittrice, Margot, che finisce senza volerlo in grave pericolo, e la giornalista Chiara che, da sensitiva, lo avverte.

Il suo è un romanzo duro, ispirato a fatti di cronaca vera: ma quanto?

Ho sempre scritto thriller, noir, gialli: e scrivendoli io stessa mi sentivo trasportata verso un mondo terribile, infernale, angoscioso, ma, purtroppo, anche molto reale. Oggi, a fine 2021, continuano a emergere i temi che io avevo solo intuito; perché i casi di cronaca resi noti via via mentre stendevo il romanzo erano solo la punta dell’iceberg. Avevo intuito che ci fossero dei luoghi in cui, nascosti oppure tutelati addirittura dalla criminalità organizzata, gli incontri di uso e spaccio di droga, schiavitù sessuale e prostituzione non fossero solo quelli che emergevano ma una realtà molto più violenta e terribile che, quasi anticipandola, racconto nel libro”.

La giornalista Chiara ha il dono di queste visioni terribili, legate a qualcosa che sta accadendo o è accaduto, troppo vaghe per costituire una traccia ma troppo nitide per essere trascurate. Una benedizione o una maledizione?

“Io lo vedo più come una condanna che pesa sulla psiche di questa donna: perché non è assolutamente regolabile dalla razionalità. Arrivano questi messaggi all’improvviso e spingono alla ricerca del significato, che è coperto da simboli a volte estremamentedifficili da decodificare. Ma sono tre le protagoniste che si muovono verso l’inferno: oltre a Margot, la vittima, Chiara, che è l’intuito, mentre Silvia, la ex poliziottarappresenta l’esperienza, il suo valore”.

Un personaggio insolito, una sessantenne in pensione ma con tanta voglia di vivere e risolvere casi…

Con la esperienza che ho maturato lavorando da sempre nel campo del femminile, anche con la rubrica su Diva e donna, ho seguito l’evolversi della condizione femminile, che non ha certo raggiunto il suo obiettivo ma è molto più avanti di anni fa. E nel combattere contro gli ismi” della nostra società ho voluto spezzare una lancia contro l’ageismo, ovvero il bullismo contro l’invecchiamento. Mentre deve esserci una serena accettazione del tempo che passa su donne che dimostrano di essere molto più in forma rispetto alle loro mamme e nonne grazie anche a una sana mediatica informazione. Silvia è un mastino che i colleghi definiscono con la testa volta al male”, portata a sospettare l’insospettabile, ma questo la aiuta nel viaggio verso l’inferno di aguzzini senza scrupoli e vittime di violenza fisica e psicologica fatto insieme alla giornalista”.

Nel romanzo entra anche il tema della setta e della fragilità degli adolescenti in un momento in cui il lockdown e i danni psicologici della pandemia hanno colpito in modo particolare i ragazzi…

“Questo è un tema che mi molto sta a cuore: questo thriller è anche un grido di allarme perché il fenomeno delle sette è terribile; sarebbero ben 3000 le sette individuate e circa 3 milioni di cosiddetti adepti che sono pescati fra le persone più fragili, come i minorenni descritti nel romanzo, tenuti prigionieri da un criminale vestito da santone. Un fenomeno orrendo che continua a proliferare, psicosette o sette sataniche che obbligano i giovani a chiudere i rapporti con la famiglia, con gli amici, con l’esterno, per assoggettarli”.

Tre le donne al centro della storia: Margot, Chiara e Silvia. Anche di recente in tv molte donne investigatrici di grande successo proprio tratte da romanzi di scrittrici: chi vorrebbe come interpreti dei suoi personaggi in una eventuale fiction?

“Micaela Ramazzotti mi piacerebbe moltissimo nei panni di Margot, Lunetta Savino potrebbe essere una poliziotta con le sfaccettature di Silvia; mi piacerebbe molto vedere in carne e ossa i miei personaggi e poter mandare questo grido d’allarme. Anche se, alla fine, c’è sempre una speranza: come scrive Dante, si può sempre uscire a riveder le stelle. Ma, poiché questo libro è stato scritto durante il lockdown, possiamo dire che, anche riguardo al COVID, solo la paura ci può difendere dal pericolo”.

Infine, dopo Venezia e le Langhe questo romanzo ha come scenario la bellissima Toscana: una ennesima prova d’amore per l’Italia…

“Ho un grande amore per Venezia, ma anche per tutta l’Italia: popolata da personeperbene, assolutamente la maggioranza; ma il crimine affiora anche il luoghi che sembrano dei veri e propri paradisi”.