Il mondo di karma Che bel cartone animato da vedere con i nipoti!

È bellissimo questo cartone animato”Il mondo di Karma”: ieri ho voluto vederlo con Anna e Andrea, cinque anni e mezzo, per arruolarli come critici televisivi. Lo hanno guardato con grande attenzione, molto compresi nel loro ruolo di aiutanti della nonna, e alla fine hanno concluso che è molto interessante perché la protagonista, Karma, deve iniziare la scuola media (non a caso, loro andranno in prima elementare), perché gli altri bambini la prendono in giro per il suo nome, e non è giusto, “lei si era spaventata e offesa” dice Anna , e perché il suo fratellino, come dice Andrea, “fa ridere perché non è tanto bravo come costruttore” (in realtà inventore maldestro, ma è divertente sentire i due punti di vista).

La serie animata, in onda su Netflix, per bambini è stata creata e prodotta dal rapper, attore e produttore Chris “Ludacris” Bridges che si è ispirato a sua figlia maggiore, Karma: in ogni episodio canzoni originali trattano i temi di autostima, body-positivity, discriminazione, creatività, esternazione delle emozioni, amicizia, famiglia, celebrazione delle diversità e molto altro.

I ritmi rap permettono di alleggerire temi importanti, ma mi sono resa conto, proprio guardandolo con Anna e Andrea, che comunque le emozioni arrivano (Anna che capisce che la bambina è spaventata e offesa) e il divertimento pure (Andrea che guarda con ironia il fratellino costruttore pasticcione).

Ed è anche molto bello il rapporto fra karma è il padre, che cerca di riprendere il dialogo con lei quando c’è qualche problema e , come spesso i teen agers e dintorni, i bambini si chiudono in se stessi e nella loro camera.

Da vedere perché:

propone temi importanti di cui si può anche parlare dopo averlo visto

ha belle musiche

le protagoniste sono due bambine di talento

mostra un bel rapporto padre/figlia

Adatto a: bambini e bambine dai cinque anni in su.

Ultimo ma non ultimo: può essere divertente anche per un adulto, molto più di tante serie ripetitive e “giocabili”, ovvero che spingono all’acquisto di merchandising collegato.

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