Il lutto si addice a Jacqueline

Tutte le persone della mia generazione si ricordano dove erano quando è stato ucciso il presidente Kennedy: e tutte le donne della mia generazione ricordano Jackie, una statua di dolore stretta nei veli neri accanto ai figli, il piccolo John John fermo nel saluto militare, al funerale del marito. Ha indossato il lutto, la first lady, con la stessa cura e la stessa impeccabile e eleganza con cui si presentava alle serate di gala, alle cene di raccolta fondi e voti, agli incontri con i potenti della terra. E proprio agli abiti di Jackie, come simbolo del suo essere e presentarsi al mondo, è in gran parte dedicata la piece teatrale a lei intitolata scritta dalla autrice premio Nobel Elfriede Jelinek: un monologo complesso interpretato da Romina Mondello con voce intensa e l’aiuto di qualche effetto speciale al Teatro Menotti di Milano fino al 17 ottobre. Abiti come armature per mostrare il meno possibile di se’ in un ruolo in cui tutto era pubblico; perfezione estetica per nascondere un vissuto di dolori e tradimenti, malattie e aborti. Il luccicare di eleganza e lusso per nascondere ombre e sofferenza. Il racconto si ferma prima della sua seconda vita, dell’incontro con Onassis che ha fatto, della vedova innalzata su un piedistallo, una traditrice della famiglia. Una scelta difficile da comprendere probabilmente presa per fame di denaro e di sicurezza. Un personaggio complesso e difficile da comprendere che la scrittrice premio Nobel indaga con estrema raffinatezza.


JACKIE con Romina Mondello al teatro menotti di Milano