hollywood tra fiction e realtà

Sono stata a Hollywood. Non a Los Angeles, proprio a Hollywood. E nel modo migliore: per lavoro, quando scrivevo per Sorrisi e Canzoni tv, all’epoca il settimanale più venduto in Italia. Già la prima volta, attraversando la porta dell’aeroporto mi è sembrato di essere catapultata in un set cinematografico e televisivo. Ho sentito tutti, in città, baristi, camerieri e taxisti, spiegare che quello non è il loro lavoro, ma che diventeranno attori, avranno successo, e che il poco che guadagnano serviva solo per mangiare, qui e ora, in attesa di un glorioso futuro che verrà. Così mi sono trovata a mio agio  in questa serie di Netflix decisamente affascinante per la regia, i colori, i colpi di scena, ma soprattutto per il mix di realtà e fiction che dimostra, come sempre, che la realtà supera di gran lunga la immaginazione. La storia è quella di un gruppo di giovani attori e sceneggiatori nella Hollywood del dopoguerra determinati ad avere successo, a ogni costo. Il loro progetto è quello di realizzare un film dedicato a Peg, una collega che, delusa perché la sua parte è stata cancellata da un film appena finito, si suicida buttandosi dalla lettera H della scritta Hollywood (all’epica ancora hollywwoodland). Il gioco divertente è quello di scoprire che cosa è vero e che cosa no – ed è davvero sorprendente che ciò che sembra più improbabile è invece davvero accaduto. Ecco le corrispondenze più divertenti (attenzione, si svela un po’ della trama).
  1. La stazione di servizio. Per quanto possa sembrare inverosimile, è davvero esistita in quegli anni, una stazione di servizio che mascherava un giro di prostituzione maschile, frequentata anche da personaggi importanti e di successo di Hollywood.

2) Rock Hudson. L’attore che nella serie fa outing sulla sua omosessualità nella realtà non arrivò a confessare i suoi gusti sessuali che alla fine, poco prima di morire di Aids. Anzi, accettò di mascherarli con un matrimonio, presto fiorito in divorzio, con una segretaria

3) Hattie McDaniel. La mamie di “Via col vento” veramente non poté partecipare alla prima del film che le valse  l’Oscar  perché non era consentito l’ìngresso ai neri nella sala; alla cerimonia di premiazione dovette sedersi in fondo al salone dell’hotel  dove si teneva la cerimonia, e non poté essere sepolta al cimitero di Hollywood come da sua richiesta perché vietato ai neri. Nella serie tv diventa la mentore della protagonista – un personaggio inventato e abbastanza inverosimile, che però diventa la sua ideale rivalsa.

4) Vivien Leigh. La protagonista di Via col vento davvero soffriva di un disturbo bipolare come viene rappresentata nella serie.

5) L’agente delle star depravato. Henry Willson è veramente esistito, è stato davvero un creatore di grandi star come Rock Hudson ma realmente imponeva favori sessuali e molestava psicologicamente i suoi dipendenti e clienti.