Comincio dalla fine: sì anche io sono diventata una writer! Almeno un po’… perchè alla mostra di Banksy, l’artista senza volto dalle mille provocazioni – e ve ne farò vedere qualcuna – alla fine c’è una grande lavagna dalla scritta BEFORE I DIE I WANT TO… dove tutti possono aggiungere una parola, ovvero la cosa che vogliono fare prima di morire. Io ho scritto in rosa (ovviamente) to smile :-), mentre la Luisa con cui ero ha scritto to drink ;-(.
Comunque, per una piccola, omeopatica volta, abbiamo provato il gusto di scrivere su un muro, lasciare una traccia. E questa mostra all’Arcimboldi, dedicata a Banksy e alla street art è definitivamente, straordinariamente interessante.
Non solo perché presenta alcune delle opere più note e provocatorie del misterioso pittore, ma anche perché presenta alcuni dei suoi colleghi, anche italiani, che davvero colpiscono. Una immersione totale, anche se veloce, in un genere che non conoscevo, ma che mi ha fatto aprire gli occhi su una realtà davvero stupefacente.
Dalla bambina con il palloncino di cuore rosso fuoco, la sua opera più famosa,
al crocifisso con i pacchi di Natale
Manifestanti che lanciano mazzi di fiori ed elicotteri che volano grazie a un fiocco rosa; scimpanzé e topi, come simbolo di resistenza, ma anche banconote firmate da lui stesso.
Infine, una stupenda scultura del portoghese Bordalo, un topo costruito tutto con materiale di scarto recuperato: una bella lezione che dai diamanti non nasce niente mentre da quello che scartiamo possono anche nascere opere d’arte!
al teatro arcimboldi, a Milano, fino a dicembre, prenotazione obbligatoria causa virus.