Elena in Paris: la Bourse de commerce e la fondazione Louis vuitton

Nella fastosa capitale francese la guerra sembra davvero lontana. Sono super felice di festeggiare la festa della donna con le mie amiche, Anna da Borgomanero, Sogand e Natalie da Dallas e Carmel e persino per una strepitosa combinazione la incredibile Anna Crupi con cui cominciamo questa giornata raggiungendola nel suo albergo, niente meno che il Plaza  Athenee, per un caffè e chiacchiere più frizzanti dello champagne.  Peccato davvero che lei debba ripartire, è un’imprenditrice super impegnata con la sua Pharmalife, perché la nostra giornata continua in maniera impeccabile.
Su suggerimento di un’altra cara amica, Emanuela Rosa Clot, direttrice di super mensili di turismo, oltre che di gardenia, andiamo a visitare la Bourse de commerce, nel 700 rifugio di una regina, poi mercato di scambio del grano, ora spazio multimediale affascinante.

E sempre sul suo strepitoso consiglio abbiamo prenotato per tempo il ristorante in cima alla costruzione: les halles aux grain, Super raffinato, che diventa un’esperienza davvero straordinaria. Ogni dettaglio e curato in maniera maniacale, ogni oggetto è raffinato; la prima deliziosa cosa che ci viene portata, quella che i francesi chiamano amouse bouche, è una tartina squisita sulla cui sommità sono appoggiati dei germogli di grano:

con il conto ci viene fornito una piccola busta di semi per farli poi germogliare a casa. Insomma una di quelle esperienze davvero da ricordare. Da li, di corsa in un parco alle porte di Parigi dove nella fondazione Louis Vuitton è esposta una collezione di impressionisti di proprietà di una famiglia russa, ì morozov. Più di 200 tele di Picasso, Monet, Renoir, Van Gogh, Matisse, Gauguin, Tele imponenti o piccoli quadri intimisti, lavori commissionati per decorare ingressi e scalinate di case sontuose: il risultato è davvero impressionante all’interno  della costruzione futuristica firmata da Frank Gehry. Tutte tele che per la prima volta sono uscite dalla Russia (e chissà che ora non le chiedano indietro come le opere esposte a Milano…).