Elena in Paris… che giornata ragazze! Il museo nissim

Parigi è sempre Parigi. mentre la guerra terrorizza il mondo, qui la settimana della moda continua il suo show ( anche se con gigantesche donazioni per i profughi), lungo gli Champs-Élysées sfilano le maschere di carnevale in una straordinaria parata, i musei offrono i loro tesori agli occhi che hanno tanto bisogno di bellezza per contrastare le brutture del quotidiano. La bellezza aiuta a sopravvivere, a superare la ansia e condividere con le amiche è il massimo.

E il museo Nissim, decisamente poco conosciuto rispetto a,”colleghi” molto più famosi, è una vera e propria chicca. Un palazzo ottocentesco arredato con mobili del settecento, vero e proprio capolavoro. Impegno di una vita di un collezionista appassionato, prima cittadino italiano, addirittura conte, poi banchiere francese costretto a rinunciare alla cittadinanza italiana nel momento in cui decide di divorziare dalla moglie.

Si costruisce una famiglia, una reputazione, una fortuna; la sua casa è frequentata dalla società migliore, dalla crème della crème di Parigi. Le cene eleganti, quelle davvero eleganti, i club del libro, i gruppi di sostegno al Louvre. La morte del figlio in guerra, caduto combattendo per la Francia cambia tutto. Nel suo testamento decide di lasciare la casa i mobili i quadri preziosi, compreso alcuni capolavori degli impressionisti, allo stato.

La figlia è l’ultima a portare il suo nome. Un nome ebreo. E quando iniziano i rastrellamenti lei si sente tranquilla. Con tutto quello che il suo padre ha donato alla Francia, compresa la vita dell’unico suo adorato figlio, come potrebbero catturarla come una qualunque ebrea? I nazisti si sa non hanno riguardo per nulla nessuno e tutta la famiglia finisce sterminata in un campo di concentramento. Rimane a loro memoria una casa strepitosa, praticamente un palazzo affacciato su un parco.

Rimangono le raccomandazione di Molise Nissim : non prestate nessun oggetto non spostate nessuno non lasciate che la polvere prenda possesso delle stanze non aggiungete di nulla alla mia collezione. Della casa si occupa ora anche l’ultimo nipote rimasto Edmund de Vaal: tu continua scrivere lettere, piccoli temi sull’essere una famiglia, sulla cucina, sui cani, su Proust che era un un amico di famiglia, e sul legami di appartenenza; delle lettere che sbriciola in piccoli pezzi di porcellana e oro mescola questi pezzetti in ciotole e le dispone sulla scrivania di Molise, negli uffici del maggiordomo, Negli armadi insieme ai meravigliosi servizi di porcellana decorati con uccellini chiusi nelle loro gabbie. Crea una stele per la famiglia, per Nissim, Beatrice, Leon, Fanni, e Bertrand. In memoria. Scrive: Certamente non si può riparare questa casa questa famiglia.ma si possono indicare le ferite. Ricordarle  in maniera corretta con affetto.poi andarsene di nuovo e lasciare che la Casa rimanga.