Chi poteva volere morta Diana?

Dove eravate quella mattina di domenica 31 agosto 1997, quando avete sentito, dalla radio o da amici, della morte di Diana? La notizia dell’incidente in cui ha perso la vita la principessa dei cuori è una di quelle di cui davvero rimane impressa la memoria di dove si è ricevuta, come lo sbarco sulla luna o l’attacco alle Torri di New York. Certo, una intera generazione 25 anni fa non era ancora nata, ma per chi aveva allora l’età di comprendere è stato uno choc. Perché Diana moriva a 36 anni, al culmine della sua bellezza, eleganza e sensualità. Perché la sua morte era stata causata da un incidente le cui circostanze non hanno mai convinto, malgrado tutte le inchieste abbiano cercato di smentire qualunque teoria del complotto. Eppure da 25anni, con puntualità impeccabile, si presentano nuovi testimoni alimentando nuovi sospetti. Fino a uno dei più recenti e meno indagati: Diana non avrebbe dovuto essere ancora a Parigi quella domenica, ma già a Londra dal giovedì. E il motivo del mancato ritorno dai suoi figli era legato a una delle cause che lei aveva abbracciato, inimicandosi la potente lobby delle armi: il suo impegno nel richiedere l’abolizione delle mine antiuomo. Sarebbe stata la sua preoccupazione per i malumori creati fra i Tory, i conservatori inglesi, proprio dal quel suo impegno a farla restare a Parigi: erano decisi ad attaccarla, al suo ritorno in patria, accusandola di usare quella campagna per promuovere la sua immagine. E sebbene le foto di lei con giubbotto e visiera di protezione che camminava su un terreno minato (che poi Harry ha voluto replicare) fossero del gennaio, pochi giorni prima aveva dichiarato a un giornale francese che la causa contro le mine antiuomo era un tema molto vicino al suo cuore.

Ma chi poteva volere morta Diana?

Il primo a sostenere, da subito, che la morte di Diana non sia stata accidentale è stato il padre di Dodi, suo compagno in quella ultima estate e in quell’ultima, disperata fuga: Mohamed Al-Fayed, convinto che l’incidente sia stato organizzato dai servizi segreti inglesi su ordine del principe Filippo. Ma anche datore di lavoro sia dell’autista Henri Paul, al volante della Mercedes in quella notte fatale, che della guardia del corpo Rees-Jones, il quarto passeggero a bordo dell’auto.

Il motivo? Troppo grande lo scandalo a corte se la principessa si fosse sposata con unuomo di religione musulmana. Di più: Al-Fayed è arrivato a sostenere che Diana fosse incinta di Dodi e che la fretta di iniziare il processo di imbalsamazione del corpo fosse per cancellare le prove di quella gravidanza.

Cinquanta sfumature di grigio

Una prova inquietante è stata portata da Paul Burrell, che Diana credeva suo fidato maggiordomo – ma pochi giorni dopo la sua morte è stato beccato addirittura mentre cercava di rubare alcuni suoi abiti infilandoli in un sacchetto della spazzatura, mentrein casa sua sono state trovate centinaia di oggetti appartenenti alla principessa. Nel 2003 Burrell ha reso pubblica una lettera in cui Lady D prevedeva la sua morte, causata da XXX, proprio in un incidente di auto; in un altro momento gli aveva confidato che avrebbero causato un problema in volo dell’elicottero che la trasportava. Solo nel 2007 la inchiesta ufficiale svela che la XXX della lettera celava le parole “mio marito”. Diana era anche certa, però, di essersi creata un vero e proprio esercito di nemici a corte: quelli che lei chiamava Men in grey, gli uomini in grigio che operano dietro le quinte del palazzo reale.

“Non me ne andrò silenziosamente”

E proprio a Burrell aveva affidato la lettera in cui accusava Carlo di volersi liberare di lei, non per sposare Camilla (io e lei siamo solo delle esche”, aveva scritto) maper impalmare la ex baby sitter di William ed Harry, Tiggy Legge-Bourke. La lettera certamente può essere legata a una forma di paranoia della principessa, acuita dal fatto che sapeva di essere spiata, le sue telefonate registrate, le sue lettere intercettate. Ma nella sua intervista alla BBC, vista da 200 milioni di persone in 100 Paesi del mondo, in cui aveva valutato il marito Carlo inadatto al ruolo di re, cosa che aveva fatto infuriare la regina e causato il divorzio, aveva anche dichiarato “Non me ne andrò silenziosamente. Questo è il problema. Lotterò fino alla fine perché credo di avere un ruolo da svolgere, e ho due figli da crescere”. E se il suo essere fuori controllo era diventato un problema a corte, il suo potere mediatico, in quella estate 1997, era enorme.

L’ultima estate, le ultime immagini

Dal momento in cui era stata resa pubblica la sua relazione con Dodi Al-Fayed i giornali erano disposti a pagare 600.000 euro – 25 anni fa! – per una foto del loro primo bacio. Non a caso era stata sopranominata “La principessa delle vendite: ungiornale con lei in prima pagina andava esaurito nelle edicole. Nella sua ingenuità, o nel suo delirio di onnipotenza, Diana aveva sempre creduto di poter manipolare i media. Compresi i paparazzi, quei fotografi d’assalto che da sempre la seguivano, che lei pensava di poter radiocomandare, che aveva usato senza scrupoli nella crisi con Carlo, ma che non si fermavano davanti a niente per una sua esclusiva. Suo figlio Harry ha confessato che per anni ha avuto paura a salire in una auto, attacchi di panico al solo suono del clic di una macchina fotografica: e ha accusato i fotografi che non solo la hanno inseguita ma, a incidente avvenuto, prima e invece di chiedere aiuto hanno scattato le immagini di lei, morente, all’interno della Mercedes.

Nonna sei sicura che la mamma sia morta?

«Diana ha avuto un incidente? Qualcuno deve aver oliato i freni»: questo il curiosocommento della regina Elisabetta alla notizia dell’incidente, arrivata a notte fonda al castello di Balmoral, in Scozia, dove stava trascorrendo le vacanze con il marito Filippo e i nipoti William ed Harry. La conferma della morte della nuora è arrivatasolo alle cinque di mattina, e da lì in poi tutto il comportamento di Elisabetta è bizzarro come il suo commento alla telefonata notturna. Decide di non svegliare i nipoti per dare loro la notizia, di silenziare al castello radio e televisioni; arriva al punto di chiedere al prete che celebra la messa, a cui porta i nipoti come se fosse una domenica qualunque, di non citare Diana nemmeno nelle preghiere. Tanto che il dodicenne Harry alla fine della funzione, stupito, le chiede “Nonna, ma sei sicura che la mamma sia morta?

“Un eccezionale essere umano”

Certo, per la regina sono ore e giorni durissimi: ma per la prima e unica volta in decenni di regno non riesce a comprendere il suo popolo, a valutare la isteria collettiva che porta gli inglesi a piangere, a stendere un mare di fiori davanti ai palazzi, ad accusare prima i fotografi e poi lei, la loro regina, di essere senza cuore. Ed è per questo che, per la prima volta in 45 anni di regno, decide di rivolgersi ai suoi sudditi con un messaggio personale: “Da regina e da nonna – ha detto – voglio rendere omaggio a Diana. Era un eccezionale e dotato essere umano”. Non esattamente il massimo dei complimenti… Da lì in poi la sovrana ha cercato di disinnescare il fantasma di Diana, evitando di citarla, di ricordarla, persino di presentarsi al disvelamento della statua eretta per quello che sarebbe stato il 60 compleanno della nuora, e dove William e d Harry si sono ritrovati ma non riconciliati. Ma ha anche saputo imparare dalla lezione della principessa dei cuori (il copyright è del primo ministro di allora, Tony Blair che, al contrario della regina, ha da subito cavalcato l’onda delle emozioni). Da quel 1997 la regina ha mostrato, per quanto possibile, il suo lato più umano, più giocoso: dalla gag per le olimpiadi 2012, in cui accompagnata da Daniel Craig si è impegnata in una geniale entrata in scena degna di un film di 007, fino al recente, divertentissimo filmato rilasciato per il suo giubileo di diamante in cui prende il tè con l’orsetto Paddington e intonando con ironia, segnando il tempo con un prezioso cucchiaino d’argento su una altrettanto preziosa tazza di porcellana l’inno dei Queen We will rock you.

William, Harry e la magia di Diana

Non c’è dubbio, invece, che William ed Harry abbiano seguito la madre nel voler rivendicare una normalità nella loro vita che di normale non ha avuto decisamente nulla. E nemmeno che il trauma di quella domenica d’estate abbia profondamente segnato le loro vite. Ma la loro reazione è stata opposta: William ha scelto come moglie una donna silenziosa quanto Diana amava comunicare, discreta quanto la principessa era esuberante. Ha costruito una famiglia il più possibile protetta dai media: persino le foto dei bambini, rilasciate su internet per i compleanni e lericorrenze, sono scattate da Kate. Duchessa che, però, da sempre, esibisce al dito l’anello di fidanzamento di Diana, il grande zaffiro circondato da brillanti ricevuto come pegno d’amore da William (e che, va detto, dimostra quanto non sia scaramantica…).

Il più fragile Harry ha trovato in Meghan un sostegno per affrontare i suoi problemi psicologici ma, nel momento in cui si è sentito più forte, ha deciso di ripudiare la sua famiglia, trasferendosi in un altro continente. Ma anche lui, così come sua moglie, cerca di riaccendere quelle scintille di magia che Diana al suo solo apparire sprigionava: in ogni evento, in ogni impegno pubblico la ricordano in tanti piccoli dettagli. Nella foto in cui annunciavano la seconda gravidanza Harry indossava un braccialetto della madre e ostentava piedi nudi – la natura, la normalità, il senso del magico e dell’albero genealogico. E Meghan non manca di sfoggiare l’orologio di Cartier appartenuto a Diana oggetto di un curioso scambio: nel dividersi i gioielli personali di Diana Harry aveva tenuto l’anello di zaffiro mentre l’orologio Cartier era andato a William. Quando quest’ultimo ha deciso di chiedere la mano di Kate, ha proposto al fratello uno scambio, l’anello contro l’orologio. Nello sfoggiarlo al polso, Meghan ribadisce simbolicamente quanto hanno perso, a quanto hanno rinunciato. Una sfida tramite gioielli che Kate raccoglie indossando sempre più spesso quelli ufficiali di Diana, diamanti e perle della corona che la sovrana, ostentatamente, le mette a disposizione. Certo Lady D non sarebbe stata felice di vedere lo stato in cui versano i rapporti fra i suoi due adorati figli: probabilmente di vedere Camilla, la sua nemica, diventare regina. Ma se sulla triste favola di Diana è stata scritta la parola fine quel 31 agosto 1997, continua invece la saga, pubblica e privata, della famiglia della ultima, grande regina Elisabetta.