c’era una volta… una vita dolce

E, potete scommetterci, ci sarà ancora. Esattamente un anno fa eravamo a Dallas, con mia figlia e l’amica Anna Tinivella; ospiti di Sogand, amica da decenni, per il matrimonio della figlia. Da perfetta padrona di casa, aveva non solo organizzato i festeggiamenti per la figlia, ma anche un nutrito programma di attività per noi: la prima, una visita al Museo di arte moderna di Dallas, accompagnate nientemeno che da due curatori. Poi la cena in questo albergo meraviglioso e storico, Adolphus, in mezzo a tanta musica, gioia e abiti eleganti. Sembra un secolo fa ma devo dire una cosa, anzi due: quei giorni torneranno, non so come o quando ma torneranno. Torneremo a viaggiare, a godere degli abbracci, dei baci, delle belle cose che aiutano a vivere, degli amici da incontrare, panorami da vedere. Seconda cosa. Oggi c’è il sole. Ok, magari domani pioverà, ma oggi c’è il sole. Fa freddo, ma c’è il sole. E’ inverno, ma le giornate si stanno allungando. Ora, trovate il vostro ma per qualunque brutta notizia vi capita di sentire, e vi sentirete meglio. Decisamente. Perché di una cosa mi sono veramente rotta: di sentire dire che oggi è brutto ma domani sarà orribile. Che oggi va male ma domani andrà paggio. Che le notizie di oggi sono brutte, i dati, i malati, i morti, ma da altre parti del mondo sono più più più. Perché senza speranza non si vive. E se si muore dentro, non importa se ci si prende il covid o no, è un bel guaio davvero. Così vi lascio con Rodari, nato sul mio stesso lago:

se avessi una botteguccia

fatta di una sola stanza

vorrei mettermi a vendere

sai cosa? La speranza.

PS: una nota leggera: io e Sogand abbiamo un vestito molto simile come taglio e colore (io Chiara Boni lei Dolce e Gabbana). Chi si somiglia si piglia…