Catena e un piccione da regalare ai nipotini

Qualche anno fa, quando ancora si poteva girare per il mondo prima del covid, Catena Fiorello era stata così gentile da presentare un mio libro, Menopausa più vita, a Passaggi Festival, a Fano. Mentre lei con la consueta professionalità riusciva ad interessare persino gli uomini presenti al tema, un piccione risoluto le aveva rubato la scena. Si presentava sul palco, chinava la testolina verso di noi; si allontanava all’apparire di un gatto per ripresentarsi sereno non appena il felino aveva trovato altri interessi. E chissà se è nata lì, con il pennuto curioso come nostro specialissimo e attento pubblico, la sua idea di questo libro per bambini, “Piccione picciò”, edito da Giunti, che racconta la storia di una amicizia fra un piccione e un bambino. Timidi tutti e due, e tutti e due con qualche problema di relazione, destinati a diventare amici del cuore malgrado la opposizione degli adulti, spaventati dalle piume e dai pericoli di ogni genere. Ma, ovviamente, la storia non è solo questo, ma molto di più: è anche una metafora di come la paura del diverso ci paralizzi, di come i pregiudizi ci blocchino e ci impediscano a volte di crescere e, se cresciuti, di godere della amicizia e della cultura altrui. Parla di bullismo e di come affrontarlo; di ecologia e di coraggio; di come l’amicizia sia una vera e propria magia capace di trasformare un piccione in aquila. E sapete che c’è? La mamma del piccolo Matteo, protagonista con Picciò di tutta la vicenda, di chiama… Elena! Sì, all’inizio fa un po’ la figura della stupidina ma alla fine si riscatta. Grazie Catena!