Casa dolce casa… soprattutto in lockdown

Rifugio o prigione? La nostra abitazione non è più solo un luogo dove mangiare e dormire, ma anche dove studiare, lavorare, rifugiarsi o essere rinchiusi. Se la casa è centrale per il 90% degli italiani, a settembre ben il 61% era pronto ad agire sulla propria casa per modificarla, ristrutturarla o addirittura, il 12%, cambiarla. Ma come renderla accogliente e razionale al massimo senza grandi interventi e altrettanto grandi spese? Lo ho chiesto a una amica, Daniela Dirceo, giornalista specializzata in design, architettura e sostenibilità. Ed ecco i suoi dieci consigli perché la casa sia un luogo di ricarica, confortevole e sicuro.

1) Restando in casa ci siamo resi conto delle limitazioni delle nostre abitazioni; il lockdown ha funzionato come acceleratore di fenomeni che erano già presenti, primo fra tutti lo smart working che si imporrà in futuro. Sembrava una modalità difficilissima da fare applicare, invece abbiamo scoperto che è assolutamente praticabile che aiuta anche a ridurre il pendolarismo.

2) Ma cambierà il nostro modo di vivere la casa e di lavorare anche dopo che la emergenza sanitaria sarà finita: dopo aver sperimentato alcuni modi di vivere diversi da prima, questi rimarranno. Le nostre case quindi dovranno essere più flessibili e polifunzionali. La flessibilità della casa era già un modo di abitare delle nuove generazioni, nomadi, i più giovani, i millennials, perché già lavoravano molto in web e quindi questa idea di casa ora sta diventando più comune, diffusa.

3) Flessibilità e polifunzionalità: ma come realizzarla? Abbiamo sperimentato la necessità di creare un angolo lavoro nelle nostre case, di recuperare degli spazi privati. Cosa facile quando si vive in appartamenti grandi, in 150 m2, con gli spazi ampi dei vecchi palazzi o della provincia; ma  nelle metropoli, con i costi degli appartamenti, non è sempre facile. Come si può fare? Attrezzando angoli di casa con mobili polifunzionali e arredi flessibili. Soluzioni come la scrivania che compare e scompare con integrata la libreria; la libreria che si ribalta e diventa letto o viceversa. Mobili che erano utilizzati sin qui solo nelle camerette dei bambini ora vengono proposti per tutti e riscuotono grande interesse. Bisogna però fare attenzione alla ergonomia: lavorando in casa, con la sedia scomoda, magari quella della cucina o della nonna, si finisce con il mal di schiena. Meglio attrezzarsi con poltrone ergonomiche: una volta la unica alternativa erano le orride e grandi poltrone da ufficio, oggi ce ne sono ma anche belle da vedersi e disegnate con attenzione alle dimensioni.

4) Creare un angolo: alzare muri è costoso e definitivo, ma si possono creare diaframmi con pareti mobili, librerie o pareti mobili o porte scorrevoli che permettono di chiudere o aprire gli spazi secondo l’uso e il momento.

5) Recuperare gli spazi di servizio che in realtà non sono utilizzati o sono stati poco utilizzati sin qui: il corridoio, l’ingresso, gli sgabuzzini. Attrezzare uno spazio con scrivania creando un minimo di separazione con una libreria; arredare la dispensa o lo sgabuzzino, se si è fortunati e i locali hanno una piccola finestra.

6) Chi aveva ristrutturato un open space in questo periodo ha la vita difficile, tra ragazzi in didattica a distanza e lavoro da casa: una soluzione possono essere delle pareti in cartongesso, per ricreare una soluzione divisoria che non è così invasiva come una mattonata; un intervento poco costoso e poco invasivo che può essere rimosso senza grossi problemi un domani.

7) Diventa evidente la necessità di riappropriarsi degli spazi aperti, della natura, della luce e il desiderio di portare dentro il fuori quando fuori non ci si poteva stare. Se uno ha anche solo un balconcino, può sfruttarlo al meglio. Io ne avevo uno in cui, come molti, avevo piazzato solo l’armadio delle scope e i contenitori della spazzatura. Dal primo lockdown ho iniziato a guardarlo in un altro modo, malgrado fosse davvero minuscolo: ho messo delle piante, con minima spesa lo ho reso accessibile e godibile con un tavolino a semicerchio a ribaltina, dallo spessore spessore minimo, e sedie pieghevoli; ho ricoperto il motore della aria condizionata, brutto e ingombrante, con una asse su cui ho appoggiato le piante, degli innaffiatoi colorati. Alla fine il mio balconcino era una delizia con poca spesa e tanta inventiva: e mi è stato molto utile nelle settimane dure di isolamento.

8) In questo periodo gli architetti stanno ripensando gli interni delle case, per un uso diverso da quello a cui eravamo abituati. Si fa strada anche  l’idea di riutilizzare gli spazi comuni, i cortili condominiali, i giardini comuni pensandoli già come spazi per chi ci abita. Se all’interno dei condomini ci fossero degli spazi inutilizzati – la portineria non più in uso piuttosto che un magazzino – si potrebbero creare spazi di coworking, da usare magari a turno. Chi ha vissuto il lockdown sa bene che lavorare in casa con i figli la situazione è complicata e questa, per il futuro, potrebbe essere una soluzione.

9) Un appello: fare sempre attenzione ai materiali che ci si mette in casa. Tutti noi pensiamo alla casa come un luogo di ricarica, di benessere pertanto è importante scegliere il più possibile materiali naturali che diano senso di comfort e di sicurezza. Un dato su tutti: secondo istituto superiore della sanità l’85% dell’inquinamento dell’aria è all’interno degli spazi confinati. I materiali, le vernici, le colle sprigionano sostanze nocive dannosissime per la nostra salute e sono causa di tantissime malattie di cu soffriamo, da mal di testa fino alla depressione e sempre di più gli studiosi si occupano dell’inquinamento indoor, ovvero degli spazi confinati comuni. Attenzione alle certificazioni di vernici e solventi, ai detersivi che possono emanare queste sostanze nocive; attenzione anche ai profumatori per ambiente. Eliminare tutto quello che non è sano e cercare di utilizzare il più possibile materiali e arredi che abbiano certificazioni di sostenibilità e salubrità. I sanificatori di aria possono essere una buona pratica contro le muffe il fumo da sigaretta; pericolosissimi sono i gas da combustione, anche il fornello: è importante prestare attenzione alle cappe che filtrano l’aria.

10) Infine, i colori: sono importanti per il nostro stato d’animo. Alcuni sono più raccomandati per alcune stanze, altri meno: nelle camere da letto sono consigliati colori tenuti come il verde, il blu, l’ azzurro, che rilassano; oppure toni caldi ma neutri; no a bordeaux e rosso; giallo e arancione favoriscono la concentrazione. Il bianco è comunque la panacea, così come i toni neutri il classico colore di moda adesso è il tortora che io amo particolarmente. Ridipingendo la mia casa ho usato il tortora chiaro con un colpo di colore nell’ingresso che è diventato una scatolina bordeaux.