Come è cambiata la spesa al tempo del coronavirus? Come sono cambiate e come cambieranno le nostre abitudini? Per quanto mi riguarda, l’unica vera paura che avevo all’inizio di questa pandemia era di non avere cibo a sufficienza per la mia famiglia. Curiosamente, non mi ha mai toccato il rischio di ammalarmi – forse inconsciamente non volevo nemmeno affrontarlo – ma ho avuto paura, veramente paura della scarsità di cibo. Così, come molti altri, ho fatto scorte: sia al supermercato che dai produttori qui vicini, in campagna. Ho scoperto in questo modo tante piccolo realtà di prodotti squisiti, salumi e formaggi, carne e latte: alcuni li conoscevo già, altri segnalati da amici. Fatta la spesa grossa – pasta e pomodoro e tonno e riso – mi sono poi limitata ad andare una volta alla settimana nel negozietto del paese. Marmellate e salsine di qualità, prosciutto senza conservanti per i bambini, pane fresco. Solo due mesi dopo sono tornata in un supermercato di una grande catena: con una sensazione quasi di vuoto d’aria, con la temperatura provata all’ingresso, i doppi guanti, la mascherina, l’attenzione a non incrociarsi. Con una esagerata gentilezza quando ci si incrociava – non che ci fosse folla. Purtroppo il sacchetto da usare come guanto fornito all’ingresso rendeva molto difficile la presa di frutta e verdura, per cui con grande dispiacere ho preso le cose più urgente già confezionate nella plastica. Cosa di cui ero già ben conscia prima, di cui sono ancora più preoccupata adesso, con la quantità spropositata di mascherine, di guanti e di materiale in plastica (che a giornii alterni ci dicono essere fondamentali per la salvezza o fondamentalmente inutili) in aggiunta alle nostre abitudini quotidiane. Certo, come dice la dottoressa Capua, ci siamo abituati relativamente da poco a vedere i commessi con i capelli coperti e i guanti per maneggiare il cibo: ci abitueremo a mascherine e occhiali protettivi? E troveremo una mediazione fra prezzo – che la grande distribuzione organizzata spesso propone più competitivo – e rapporti umani, e attenzione all’ambiente?
a cura di ELENA MORA