Password o non password? Questo è il problema…

In isolamento forzato, in questi mesi, internet è diventata una parte importante delle nostre vite. Disponibile a ogni ora, anche in caso di insonnia (frequente, con tutti questi pensieri), ci ha permesso di restare in contatto, di fare acquisti, di controllare dati e notizie. Però… c’è un meraviglioso, gigantesco però. Perché qualunque device, come chiamano il cellulare l’i psd, il tablet, qualunque app o applicazione ha una sua specifica password. Una chiave per aprire la porta del mondo. La banca, il bancomat, la carta di credito, il cellulare, le offerte di Italo e Trenitalia se uno vuole sperare o sognare di ripartire. Si fa in fretta ad arrivare a una decina di magiche paroline d’accesso. Già perché, come tutte ben sappiamo, non se ne può decidere una, e via, usare quella per tutto. No: ogni sito ha le sue regole, c’è quello che vuole solo lettere, quello che chiede lettere e numeri, maiuscole, lettere greche, e quello che quando finalmente te ne sei inventata una che sembra perfetta e risponde a tutte le caratteristiche richieste (esempio: Men_opausa°+ VITa, parafrasando il titolo del mio ultimo libro) la applicazione, diabolica, ti risponde “Password troppo facile”. Ma troppo facile per te, porca miseria, che io non me ne ricordo nemmeno una!

Quindi le diverse e dimenticabilissime password vengono riportate tutte bene in fila su un documento del computer che si chiama… password, ovviamente. Perché se gli do un altro nome come faccio a ricordarmelo? Se no poi si finisce come la mia amica Antonia che ha messo una password di accesso al documento dove le aveva raccolte, dopo averlo secretato con l’imprendibile nome di PSW, e, ovviamente, averla scordata subito dopo. (Per chi fosse interessato alla sua sorte, per fortuna aveva mandato una mail con la password al marito: fantastica idea per ritrovarla, pessima per la segretezza delle password stesse, ormai spedite nell’etere a disposizione di chiunque).

PS: la porta nella foto è quella della meravigliosa fondazione Calderara a Vacciago (Ameno), dove un talentuoso pittore ha lasciato la sua collezione di arte moderna – 27 opere di pittura e scultura, di cui 56 di sua stessa mano e 271 di diversi artisti europei, americani, giapponesi e cinesi – a disposizione di tutti, disposte all’interno di un elegante e affascinante palazzo seicentesco. Info su: www.fondazionecalderara.it