All’hangar bicocca l’arte si fa grande

Se sia grande arte non lo so, non sono una esperta: me le opere, grandissime, esposte al’Hangar Bicocca di Milano sono sicuramente fonte di emozione, il che mi basta.

Ed è sicuramente una emozione entrare in questa enorme struttura, dove venivano montate e provate le locomotive e dove ora vengono esposte opere gigantesche di grandi artisti.

Bisogna affrettarsi, però, per visitare la mostra di Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991) perché le sue meravigliose gigantesche macchine saranno esposte al Pirelli Hangar Bicocca solo fino al 2 febbraio. E io spero di riuscire a portare i nipotini prima della chiusura perché sono davvero affascinanti: in più, l’ingresso è assolutamente gratuito; un po’ costose invece le visite guidate, della durata di una ora e mezzo circa, per un totale di 180 euro; ma la cifra può essere divisa fino a 25 persone. Noi abbiamo scelto di godercela da soli e una bravissima laureata in materie artistiche ci ha guidato attaverso queste meraviglie.

Si inizia, nelle prime sale, con le macchine di questo artista svizzero: gigantesche strutture mobili che, a intervalli regolari, si mettono in funzione; catene di montaggio che non producono nulla ma riciclano materiali di ogni tipo, da ruote a pupazzetti, da lampadine a scolapasta. Quaranta opere, realizzate dagli anni cinquanta agli anni novanta, disposte in ben 5.000 metri quadrati: un percorso un po’ faticoso alla fine della ora e mezza, ma pieno di sorprese e magia.

Perché proprio mentre ci si ferma ad ammirare i dettagli di queste gigantesche (lo ho già detto che sono gigantesche?) sculture queste d’impovviso si mettono in movimento, creando rumori e suoni, riportando in qualche modo la azione e il sottofondo sonoro dell’hangar quando vi lavoravano operai alle prese con altre ruote e altri motori.

Il movimento, che passa da una macchina all’altra come in una catena, accompagna il visitatore nella sua esplorazione di questa assoluta sperimentazione artistica: con una macchina che disegna da sola e, ben prima della intelligenza artificiale, crea opere astratte uniche; a quella che, guidata da un visitatore da un sedile di trattore, modellava nel gesso una scultura; fino a quella che si impadronisce di bottiglie allineate a un estremo per creare una pozza di scintillanti cocci di bottiglia versi come un laghetto di montagna.

Insomma, come avete capito, questa mostra mi ha molto entusiasmato e mi space molto di non averne parlato prima: ma meglio tardi che mai non è vero?

PS: certo, la Cappella Sistina, le sculture di Michelangelo sono una altra cosa: ma anche l’arte moderna (che poi non è nemmeno così modernissima, si festeggiano i 100 anni dalla sua nascita) quando riesce a trasmettere emozioni e a smuovere qualcosa nelle celluloide grigio del nostro cervello secondo me è sempre benvenuta.

Pirelli Hangar Bicocca

Jean Tinguely

Ingresso libero aperto da giovedì a domenica, 10.30–20.30
ultimo ingresso ore 19.30.